"Il trapianto ci ha salvato la vita, ora vogliamo aiutare gli altri"

La storia di tre massesi che incoraggiano chi attende un nuovo organo

I tre trapiantati iscritti a «Vite onlus» Egiziano Frediani, Mauro Fornesi e Domenico Ceccotti

I tre trapiantati iscritti a «Vite onlus» Egiziano Frediani, Mauro Fornesi e Domenico Ceccotti

Massa, 31 luglio 2015 - In comune hanno solo una cosa: ognuno ha il fegato di altre persone. Stiamo parlando di Egiziano Frediani, Mauro Fornesi e Domenico Ceccotti. Al primo il fegato è stato trapiantato nel 1999, al secondo nel 2006 e al terzo nel 2001. Storie di vita diversissime, ma ora fanno parte di «Vite Onlus», l’associazione che unisce i Volontari italiani trapiantati epatici, ovvero le persone che all’ospedale di Cisanello hanno avuto il trapianto di rene, fegato o pancreas. Gli iscritti sono 1.500 e tra questi gli apuani sono decine, forse di più. E insieme ad altri trapiantati toscani, da qualche anno gestiscono una foresteria; uno stabile dell’Asl a Cisanello, dove ci sono 27/28 camere da letto, a disposizione di chi viene ad operarsi e a fare controlli. E dei loro familiari. Ma l’ospitalità è solo una delle iniziative. «Vite onlus è nata perchè vogliamo far sapere a chi è in attesa del trapianto, a chi l’ha già fatto e ai suoi familiari che non sono soli – spiega Ceccotti – . I momenti difficili da superare ci sono. Ad esempio quando sei in lista d’attesa. Per me è stato fondamentale Frediani. E’ venuto a trovarmi, mi ha dato fiducia. E’ stato da esempio. Con Vite facciamo incontrare, a chi ha bisogno, psicologi, anestesisti, infermieri, e se serve il chirurgo. Sappiamo, per esperienza, che chi viene a Cisanello ha paura e lo aiutiamo ad essere più sereno».

E Frediani rilancia: "Siamo testimoni. Quando ci chiamano andiamo nelle scuole, ai convegni, ovunque. Parliamo dell’importanza della donazione. Perchè donare è vita. Noi ogni giorno ringraziamo, col pensiero, i familiari delle persone a cui appartenevano i nostri fegati. Persone che hanno amato la vita così tanto da donarla".

Domenico Ceccotti loda chi è iscritto all’Aido ma rivela: "Anch’io ero iscritto ma mi vedevo solo come donatore. Non avrei mai pensato di essere io ad avere bisogno di un trapianto. Quando stai bene non ci pensi. Ma quando qualcuno ti regala la vita, poi devi dare qualcosa in cambio".

Mauro Fornesi ricorda quando lo chiamarono per il trapianto. "Volevo andare a fare i muscoli vicino al pontile, stavo salendo in macchina quando mia moglie è uscita di corsa da casa e ha detto che dovevo andare subito a Pisa. Mio figlio lavorava, non poteva accompagnarmi e così ho guidato io fino a Cisanello". E Ceccotti aggiunge: "Io sono stato chiamato domenica 30 giugno. Erano le 15. All’ospedale quando avevo gli altri vicino ero io che facevo coraggio a loro, ma quando resti solo ti passa davanti la vita".

E Frediani prosegue: "Io più volte ho rinunciato all’operazione. Poi il chirurgo mi disse secco che dovevo scegliere. Mi chiamarono il 18 agosto. Ero a cena a casa con amici, in 40 minuti ho dovuto prepare le cose e andare. In ospedale ti spogliano, ti pitturano con la tintura di iodio e intanto pensi alla tua vita. Ora sto benissimo, faccio sport e gioco anche a calcetto". Chi ha bisogno, guardi il sito Vite onlus o chiami al 050-996768.

Andrea Luparia