Massa, 16 gennaio 2015 - Fra le 17 discariche autorizzate e presenti negli archivi di Arpat, Regione, Provincia e Comune di molte si è persa «memoria»: sconosciute, incontrollate e non monitorate. Sei furono addirittura “escluse” dal Piano regionale di bonifica del 1998: Stadio (70.000 metri cubi di Rsu), via del Duca (8.000, Rsu e inerti) Nuova Sanac (sotto il parcheggio del Carrefour, discarica incontrollata di rifiuti speciali), via Fattoria (vicino al depuratore del lavello, 8.000 metri cubi di Rsu), via Volpina (14.000, inerti e Rsu), viale della Repubblica a Ronchi (4.000 metri cubi, Rsu e rifiuti speciali). Mancano quasi sempre caratterizzazioni o monitoraggi ambientali e la perimetrazione esatta che consentisse un loro corretto inserimento negli strumenti urbanistici. Paradossale il caso della discarica dello Stadio alla fine di via dei Limoni: ex discarica comunale per Rsu gestita negli anni ’70 dalla ditta Langione utilizzata fra il 1971 e il 1978. Il volume di rifiuti interrati si stima attorno ai 70.000 metri cubi anche se Arpat nel ’96 scrisse solo 20.000. La discarica fu poi cementificata e rivenduta e sopra sono stati realizzate case e capannoni. Ma il terreno sta cedendo, probabilmente per l’assestamento dei rifiuti sottostanti. Inoltre la discarica si trova a meno di 100 metri dai pozzi comunali per l’acqua a uso potabile. Mancano caratterizzazioni, monitoraggi ambientali e le schede di Arpat sul sito tranne un’unica notazione alla “contaminazione da atrazina di dubbia provenienza.
CronacaHanno costruito case e capannoni sopra i rifiuti