Corsi per guardie ambientali: a processo per truffa

Secondo la Procura non hanno valore legale. Ma lui ribatte: «E' una vendetta»

Simone Badalamenti

Simone Badalamenti

Massa, 22 aprile 2015 - HA ASSUNTO una ragazza con contratto a tempo indeterminato senza mai corrisponderle la retribuzione promessa; ha assicurato il rilascio di decreto ministeriale di guardia ambientale con funzioni di polizia giudiziaria e l’assunzione all’interno dell’associazione Corbia a chi avesse superato con esito positivo l’esame del corso da lui tenuto; ha prospettato un incontro con il sindaco di Grosseto per l’effettuazione del giuramento delle nuove guardia giurate. Il tutto ricorrendo ad artifici e raggiri. E’ quanto sostiene la Procura di Grosseto che ha messo nei guai e rinviato a giudizio un massese, Simone Badalamenti, che respinge con forza ogni addebito e minaccia querele per diffamazione e calunnia a carico di alcuni dei suoi ex collaboratori. Ma andiamo con ordine. La polizia giudiziaria del corpo forestale, coordinata dal pm Marco Nassi, ha indagato sui corsi organizzati da Badalamenti con l’associazione Corbia – Corpo boschivo ittico ambientale – nata per creare un corpo di vigilanza ambientale, ittico, venatorio, zootecnico e di protezione civile con il compito di salvaguardare l’ambiente. Le indagini avrebbero portato a ritenere che Badalamenti aveva indotto in errore 83 persone, che avevano deciso di partecipare al corso organizzato nel marzo del 2014 a Grosseto, facendosi consegnare la quota di iscrizione (4.500 euro in tutto) e promettendo che sarebbero diventate guardie ambientali e che avrebbero trovate un posto di lavoro. Ma la Procura sostiene che il corso non aveva valenza legale e che nessuno sarebbe diventato guardia ambientale, tantomeno con funzioni di polizia giudiziaria. Il pm grossetano Marco Nassi ritiene che quelle stesse truffe siano state messe in atto anche Massa, Livorno, Lucca. Il 2 febbraio scorso la chiusura delle indagini e la fissazione della prima udienza il prossimo 5 novembre. «E’ un complotto – racconta Simone Badalamenti mentre mostra decine di documenti –. Chi mi accusa è stato cacciato dall’associazione per comportamento scorretto e ora cerca ritorsioni. Mi offende ovunque ed è arrivato il momento di dire basta. Non può diffamarmi per i suoi interessi o per ripicca. Ho tutte le carte necessarie a provare che quanto prospettato con Corbia era – anzi è – tutto vero. Che non avevo promesso fumo e che non ho preso un euro. Non ero certo io a riscuotere le quote associative... Mi presento al processo sereno – conclude – e dimostrerò che quanto prospettato a chi si è iscritto ai corsi (si parla di circa 550 persone in tutta la Toscana, ndr) corrispondeva a verità: posti di lavoro e specializzazioni».