Gennaro Gattuso al Resort Colleoli con Lucchesi aspetta la Carrarese; c'è anche Boninsegna

Il quartier generale dell'ex manager di Roma e Fiorentina nell'esclusiva dimora storica sulle colline pisane. L'avvocato bolognese Claudio Minghetti candidato alla presidenza del club di Buffon; "Bonimba" direttore tecnico

Gattuso al resort Borgo Colleoli con l'avvocato bolognese Claudio Minghetti (alla sua destra)

Gattuso al resort Borgo Colleoli con l'avvocato bolognese Claudio Minghetti (alla sua destra)

Palaia (Pisa), 5 luglio 2015 - ECCOLO Gennarino Gattuso in forma smagliante e smanioso di rimettersi la tuta e scendere in campo con la grinta dei tempi migliori. Lo attende la panchina della Carrarese appena la trattativa tra il gruppo imprenditoriale guidato Fabrizio Lucchesi, ex manager di Roma e Fiorentina, troverà concretezza. Ora si entra nella fase cruciale. Ieri sera, dopo diverse battute a vuoto, abbiamo scoperto il «Paradiso» dove il campione del mondo e grande amico di Buffon si sta preparando per la nuova avventura da allenatore in Italia.  E’ l’incantevole Resort Borgo di Colleoli, una dimora storica unica ed esclusiva, con più di 50 bellissimi appartamenti situati nel cuore della Toscana completamente immersi nel verde delle colline. Due splendide piscine panoramiche sono a completa disposizione degli ospiti del Borgo di Colleoli a Palaia in provincia di Pisa. E c’è anche Gattuso nella dimora con a fianco l’avvocato bolognese Claudio Minghetti, destinato ad assumere la carica di presidente della Carrarese quando dalle parole si passerà ai fatti.  Qui è il quartier generale di Lucchesi che attorniato da avvocati e commercialisti sta studiando le carte per presentarsi all’appuntamento decisivo con Buffon con le idee ben chiare.  «Stiamo parlando – si è limitato a dire Lucchesi – e troveremo il punto d’incontro. E’ già tutto pronto, l’organico societario e quello tecnico».  L’ex dg della Roma dello scudetto preferisce non aggiungere altro. Gattuso è sembrato motivatissimo e non si sente assolutamente declassato dalla prospettiva di scendere in Legapro. Ringhio ha guidato il Sion in Svizzera, club del Vallese dove ha anche chiuso la carriera da calciatore, il Palermo in A e l’Ofi Creta. Tre esperienza più che altro sfortunate e non certo deludenti visto che anche in panchina aveva mostrato di possedere il temperamento giusto e la capacità professionale di calcare subito i palcoscenici della serie A. Zamparini non gli ha dato la possibilità di far valere le sue qualità.  Lucchesi lo considera l’allenatore giusto per un progetto ambizioso e destinato a ottenere risultati entusiasmanti. Del resto il manager in ogni piazza ha sempre ottenuto grandi risultati: lo scudetto a Roma, la serie A prima con l’Empoli e poi con la Fiorentina e la serie B con il Pescara oltre a due spareggi per la B persi quando era al Pisa.  Oltre a Birindelli che dovrebbe guidare il settore giovanile, c’è un’altra novità di lusso: Roberto Boninsegna dovrebbe ricoprire il ruolo di direttore tecnico della Carrarese. «Boninsegna è una persona di grande spessore umano e molto competente»: dice Lucchesi confermando il «sodalizio» con il vice campione del mondo nel 1970 con la Nazionale di Ferruccio Valcareggi. E si parla anche di un coinvolgimento di Nesta.

MA CHI È l’avvocato bolognese Claudio Minghetti, destinato a ricoprire la carica di presidente della Carrarese qualora la trattativa con Lucchesi andasse in porto? Passò alla storia nel marzo 2003 quando denunciò per mobbing una squadra scozzese di calcio, il Dundee United allora allenato da Ivano e Dario Bonetti.  I due assistiti dell’avvocato, l’ex juventino Marco De Marchi e Patrizio Billio con un passato anche alla Massese (2006-2008) denunciarono il club scozzese per mobbing: secondo i due calciatori non avrebbro ricevuto lo stesso trattamento dei loro compagni per quanto riguarda gli allenamenti e le mancate convocazioni erano poi sfociate nella clamorosa presa di posizione. De Marchi e Billio furono poi costretti a girare con le guardie del corpo per il timore di aggressioni da parte dei tifosi. Ieri l’avvocato era assieme a Gattuso e Lucchesi e in settimana si dovrebbe aggiungere Alessandro Birindelli, altro ex juventino in procinto di guidare il settore giovanile azzurro. BONIMBA alla Carrarese? Con la maglia della Nazionale, vestita per la prima volta nel 1967, arrivò a disputare i mondiali del 1970 e del 1974. Nel corso del torneo del ‘70 fu autore di un gol e dell’assist a Gianni Rivera nella storica semifinale Italia-Germania 4-3, la partita del secolo, oltre alla rete del momentaneo pareggio italiano nella finale vinta 4-1 dal Brasile. In totale colleziona 22 presenze e 9 reti in maglia azzurra. Sì, è Roberto Boninsegna il candidato a ricoprire il ruolo di direttore tecnico qualora Fabrizio Lucchesi raccolga il testimone di Gigi Buffon. Il soprannome di Bonimba, fu coniato dal grande giornalista sportivo Gianni Brera durante i suoi trascorsi a Cagliari; il particolare nomigliolo nacque dalla crasi tra Boninsegna e Bagonghi – quest’ultimo, un desueto pseudonimo riferito ai nani da circo – e, secondo Brera, esprimeva al meglio il fatto che, pur non vantando una grande statura fisica, l’attaccante riusciva agilmente a saltare più in alto dei suoi marcatori. Lucchesi ha confermato il legame stretto che lo lega al campione dell’Inter (197 presenze e 113 gol dal ’69 al ’76) e della Juventus (58 gare e 22 reti dal ’76 al ’79).  Boninsegna era stato avvistato anche allo stadio degli Oliveti di Massa dove il Siena conquistò la promozione in Legapro.  Era in corso la trattativa tra Lucchesi e il patron del Siena Antonio Ponte, ex presidente della Carrarese. Un’operzione che non andò in porto. Quindi Lucchesi ha virato su Carrara proponendo il solito progetto che deve essere ora approvato da Buffon che dovrò verificare le varie coperture finanziarie. I tifosi azzurri dovranno attendere ancora qualche giorno prima della svolta decisiva. Tutti sono d’accordo sul piano tecnico, Gattuso non si discute, ma ora devono uscire allo scoperto i tre imprenditori che Lucchesi dice di rappresentare.  Dalle parole ai fatti la strada è ancora da disegnare nei suoi dettagli finanziari. Buffon, e come dargli torto, vuole garanzie assolute perché ha iscritto lui la squadra con tanto di fideiussione da 400mila euro.  Un primo segnale importante potrebbe essere appunto, da parte della cordata di Lucchesi, quello di garantire la fideiussione. Poi si affonterà lo scoglio del passaggio delle quote: l’ex manager della Roma e della Fiore, da quanto si è appreso, vorrebbe rilevare la maggioranza, forse anche fino all’80%. Buffon è in attesa degli eventi, quando a parlare sarà il notaio.