Giovedì 25 Aprile 2024

ErreErre, il Riesame respinge le misure cautelari. Il pm attacca i revisori: «Inesistenti e violati i doveri»

Confermata la bancarotta fraudolenta. Verbali cancellati e cda di domenica / IL PM SU ERREERRE: "I VERBALI DEI REVISORI SFIORANO IL RIDICOLO"

Il capannone di ErreErre

Il capannone di ErreErre

Massa Carrara, 6 gennaio 2015 - RESPINTE da tribunale del Riesame di Genova, le misure cautelari che la procura di Massa aveva chiesto nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della ErreErre, la società creata dal Cermec e dalla Delca di Domenico Del Carlo per realizzare l’impianto di bricchettaggio alla zona industriale per produrre combustibile dai rifiuti. Ma restano le accuse di bancarotta fraudolenta che il pm Rossella Soffio contesta agli ex amministratori e revisori dei conti di ErreErre. Il magistrato aveva chiesto il carcere per Domenico Del Carlo, gli arresti domiciliari per gli ex amministratori Luciano Bertoneri e Roberto Vaira e per l’ex revisore dei conti Cesare Carmassi, il divieto di svolgere attività professionale per gli ex sindaci Giorgio Dell’Amico, Marco Luigi Zoppi, Fausto Giannoni, Gian Luca Musetti, e l’ex consigliere Alessandro Nicodemi. E ancora: divieto a svolgere attività imprenditoriali per Augusto Cardinotti, e obbligo di presentazione giornaliera ai carabinieri per un altro ex consigliere, Roberto Borghini. Ma il Riesame, così come accaduto per la Camera di Commercio, ha ritenuto che non vi è più l’attualità del reato visto che i fatti risalgono a tre anni fa e che non sussistono neppure il pericolo di fuga degli indagati e l’inquinamento delle prove visto che la procura ha ormai acquisito tutti gli elementi per l’inchiesta. Si tratta di uno dei filoni d’inchiesta che ha travolto la società mista (Cermec-Delca) che doveva realizzare l’impianto di trattamento dei rifiuti alla zona industriale e fallita nel luglio 2011 sotto una montagna di debiti, oltre 20 milioni. L’impianto era stato costruito con finanziamenti europei, inizialmente 16 milioni, che poi erano schizzati fino a 23 milioni ad opera conclusa. L’impianto, che non era mai entrato in esercizio, venne poi distrutto da un incendio doloso nel mese in cui venne dichiarato il fallimento. Il tribunale del riesame entrando anche nel merito della vicenda ha sottolineato le responsabilità del personaggio chiave dell’inchiesta e vale a dire l’imprenditore versiliese Del Carlo che aveva rivestito all’epoca sia il ruolo di ad sia della ErreErre che della Delca a cui era stato affidata la commercializzazione del combustibile. In pratica Del Carlo, secondo la procura in palese conflitto di interessi, aveva firmato contratti a favore della Delca. E anche per gli altri indagati è stata confermata l’accusa di bancarotta fraudolenta tra cui gli ex revisori dei conti, il commercialista Giorgio Dell’Amico, 51 anni, da un anno amministratore unico della Progetto Carrara, Marco Luigi Zoppi, Gian Luca Musetti, Fausto Giannoni e Cesare Carmassi. Nell’appello a Genova contro la decisione del gip Aracri che aveva già respinto le misure cautelari, il pm Soffio ha censurato il comportamento dei revisori dei conti: «Per quanto riguarda il collegio sindacale non è stato possibile reperire un vero e proprio libro dei verbali delle sedute, si legge nella relazione del consulente del magistrato. I verbali delle riunioni rinvenuti sono dei fogli sparsi stampati su carta riciclata (nel senso che sul foglio si trovano stampati documenti di tutt’altra natura) quasi come bozze di una versione finale che non è stata poi predisposta, riunite in una cartellina semplice assieme ad alcune fotocopie di contabili bancarie. Verbali non firmati e con numerose cancellature. Il loro contenuto tende ad essere così ripetitivo da lasciar pensare che in realtà tali verbali non siano stati preparati materialmente dai sindaci. In effetti, sottolinea il pm, due verbali presentano la data del 1 ottobre 2005 e del 10 dicembre 2006 che sono due domeniche. Anche la relazione dei sindaci allegate ai bilanci di esercizio sono così simili, a parte le cifre delle grandezze dei vari bilanci, che sembrano predisposte artificiosamente. E’ quanro avviene non soltanto dal 2003 al 2007 ma con riferimento all’intera vita della società. Si rileva la sostanziale inesistenza del ruolo dei sindaci prima dell’avvento della direzione di Bosetti. I sindaci, cui era affidato il controllo contabile della società, oltre ai compiti ancor più importanti di garanti del rispetto della legge e dell’atto costitutivo, mai dal 2003 fino al 2010 hanno fatto sentire la loro voce su alcuni dei problemi evidenziati violando palesemente i doveri imposti dal loro ruolo». Il pm Soffio aveva sottolineato al Riesame con cinque punti esclamativi il fatto che il gip Aracri aveva respinto in toto le misure cautelari con propria ordinanza datata 20 agosto 2014 e depositata nella segreteria del pubblico ministero in data 3 dicembre 2014, vale a dire dopo oltre tre mesi.