Edilizia verso il baratro: chiuse 200 aziende

Cna Massa Carrara punta il dito contro i piani urbanistici e le ‘stangate’ del Governo

Il settore edilizio è sempre più in crisi e le piccole aziende non riescono ad andare avanti

Il settore edilizio è sempre più in crisi e le piccole aziende non riescono ad andare avanti

Massa, 26 gennaio 2015 - Più di 200 imprese del settore costruzioni chiuse in un anno. Anche nel terzo semestre dell’anno appena concluso (ultimo dato a disposizione) la tendenza è rimasta purtroppo negativa con nuove dolorose chiusure. Si tratta di piccoli imprenditori edili ed impiantisti che non sono riusciti più ad andare avanti. Lo conferma la preoccupante lettura da parte di Cna dei dati dell’ultima indagine dell’Istituto di Studi e Ricerca della Camera di Commercio e di Infocamere secondo cui gli effetti della sulle famiglie scoraggiate a lanciarsi anche nei piccoli interventi di ristrutturazione uniti al crollo del mercato del mattone potrebbero portare entro un quinquennio ad un dimezzamento del numero attuale delle imprese di costruzioni regolarmente registrate, attive e in regola per lasciare spazio ad una nuova “generazione” di aziende fantasma. Delle 2.700 imprese attualmente registrate, nel 2020 potrebbero rimanerne poco più di 1.000. «Il quadro – spiega Stefano Gatti, presidente Cna Edilizia – è molto negativo. Non vediamo segnali di ripresa. L’assenza degli strumenti urbanistici deiprincipali comuni non è sicuramente un incentivo agli investimenti, e le recenti novità introdotte dal Governo non ci aiuteranno di certo ad invertire il trend».

Nel mirino di Cna, oltre ai piani urbanistici “parcheggiati con le quattro frecce” e per cui chiede alle amministrazioni comuni un’accelerazione dei processi di definizione ed approvazione, l’aumento dal 4% all’8% della ritenuta che banche e Poste Italiane fanno sui bonifici di pagamento degli interventi incentivati di ristrutturazione edile e di efficientamento energetico degli edifici ed all’aumento dal 10% al 22% dell’IVA sul pellet, un provvedimento che favorirà le multiutility che distribuiscono gas e che rischia di uccidere un settore in forte sviluppo. «Misure che – sottolinea ancora Gatti – ci penalizzano e restringono la nostra capacità di sopravvivenza che è sempre più limitata».