Sabato 20 Aprile 2024

Dodo D'Hambourg, dal Crazy Horse ai paesaggi della Toscana

Dorotea Slavinsky, classe 1929, ha scelto un vecchio mulino per raccogliere tutti i suoi ricordi: "Mi sono innamorata di questa terra"

Dodo D'Hamburg in Lunigiana

Dodo D'Hamburg in Lunigiana

Lunigiana, 20 dicembre 2014  – «La mia è stata una vita bellissima vita». Lo dice sorridendo, con uno sguardo profondo di chi è davvero convito delle proprie scelte. Dorotea Slavinsky, classe 1929, in arte Dodo D’Hambourg, da giovane era una delle bellissime ballerine del Crazy Horse, il celebre locale di Parigi. Da tempo vive in Lunigiana, in un vecchio mulino che ha sistemato e che contiene tutti i suoi ricordi. A partire dalle fotografie, che dispone ordinatamente sul tavolo. Foto in bianco e nero che ricordano come in passato sia stata una femme fatale, tra pellicce e gioielli. «Ma io non mi sentivo così, anzi ero molto timida – racconta in un italiano perfetto, che appena tradisce l’accento tedesco – ma quando salivo sul palcoscenico diventavo un’altra persona e mi piaceva». Ha girato mezza Europa, da Bologna si è stabilita in Lunigiana nel 1997. Questa è la terra dove ha abitato più a lungo, perché, conferma «mi sono innamorata di questo posto, dopo aver visto le foreste, le fioriture, i borghi storici». A Bologna aveva aperto un istituto di bellezza, ma insegnava anche danza a modelle e ballerine, sue affezionate allieve. «Non avrei mai immaginato di poter vivere una vita così movimentata - racconta raccogliendosi i lunghi capelli – negli anni ‘40 mi sono trasferita da mia zia, facevo la bambinaia e aiutavo in casa, ma mi annoiavo e leggevo e cantavo mentre pulivo. Ho seguito diversi corsi di recitazione, ma il ballo mi piaceva di più». E anche adesso continua con i suoi esercizi, ogni giorno, per tenersi in forma.
 
Ha 85 anni, età che non dimostra affatto e vorrebbe continuare a recitare, magari in qualche compagnia amatoriale locale. «Fare la femme fatale mi piaceva, era un ruolo – afferma – Visto che ero molto timida, il patron del Crazy Horse, mi affidò il ruolo della donna seducente. Ma io sono una persona semplice, mi piacciono le cose semplici». Una vita semplice però non l’ha avuta, tra teatri, premi, riviste e cabaret. Del Crazy Horse ha un bel ricordo. «Bernardin, direttore artistico e patron del locale, proiettava luci sul corpo delle ballerine, lo aveva visto a New York. Voleva donne interessanti, tutte le sere ballavamo per due o tre ore». Il suo ruolo più famoso? Quello della vedova nera. «Quel numero lo avevamo studiato assieme – dice – lui voleva farmi divorziare, ma io non volevo. Allora ha pensato al ruolo di una vedova, tutta in nero. Ma dopo poco mio marito è morto sul serio. E’ stato un grande successo comunque, non lo avrei mai pensato, ma ero stanca di quel ruolo, l’ho fatto ogni sera per oltre un anno. Anche nel film ‘Il mondo di notte’ interpretavo la vedova nera». Della guerra invece ha un bruttissimo ricordo. «Rivivo ancora il freddo, le urla delle persone, le trasmissioni su Radio Londra; vedere i campi di concentramento è stato drammatico. Crescendo mi sono buttata, tutte le persone che ho incontrato mi hanno insegnato qualcosa. Gli uomini? Loro volevano una femme fatale, io invece non scendevo a compromessi, volevo essere corteggiata come si deve». E pensare che lei voleva semplicemente diventare ballerina di danza classica. «Il mio corpo non era adatto – dice sorridendo – ma ho avuto più soddisfazione delle mie compagne alla scuola di danza: io sono Dodo D’Hambourg».