Tre cani avvelenati con l’antigelo nella «faida» fra vicini di casa

Il proprietario era stato assolto dall’accusa di creare disturbo

DENUNCE I tre cani al centro delle «guerra» fra vicini di casa (foto d’archivio)

DENUNCE I tre cani al centro delle «guerra» fra vicini di casa (foto d’archivio)

Massa, 23 maggio 2017 - LOTTANO fra la vita e la morte con dolori lancinanti causati da un boccone con dentro antigelo per auto. Tre cani da caccia finiti al centro dell’assurda guerra combattuta contro il loro proprietario da un vicino di casa, una faida iniziata anni fa e causata, a quanto pare, proprio dalla presenza di quei cani da caccia, tre bellissimi esemplari di segugio maremmano e segugio della foresta nera. Storia complessa sulla quale al momento si possono fare solo ipotesi sugli autori materiali del gesto, anche se i numerosi precedenti fanno delineare un quadro ben preciso. Proprio l’altro pomeriggio si era chiuso il processo a carico del proprietario degli animali accusato dal vicino del disturbo causato, a suo dire, dai cani stessi: «Abbaiano di continuo, anche di notte» ha scritto nelle sue numerosissime querele confluite in due distinti processi.

TRE DENUNCE sono state archiviate in sede di indagini preliminari, per altre tre invece il titolare degli animali (un 50enne cacciatore) è finito in tribunale con l’accusa di «disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone»: al termine del processo però è arrivata l’assoluzione «perchè il fatto non sussiste». Insomma, quei cani non davano alcun fastidio. Episodio finito? Sembrava così: domenica sera di ritorno da una passeggiata con la compagna il 50enne massese proprietario dei cani ne ha trovati tre in terra agonizzanti. Superato lo choc li ha subito portati da un veterinario dove è emerso la realtà in tutta la sua drammaticità: i segugi erano stati avvelenati a quanto pare una bocconi di carne «farciti» di un antigelo per le auto. Ignoti al momento gli autori del gesto, anche se tutto porta a pensare l’ennesimo episodio della faida scatenata da quel vicino di casa confinante col giardino del rivale. Il cacciatore (assistito nella vicenda e nei processi dagli avvocati Alessandra Margara e Franco Perfetti) ha presentato una denuncia, indicando alle forze dell’ordine tutti i possibili autori del gesto: fra questi c’è anche chi da anni osteggia la presenza dei cani da caccia nel suo appartamento.

NEL CORSO delle indagini seguite alle sue numerose denunce era comunque emerso come gli animali fossero tenuti bene, in un locale con barriere anti-rumore, curati e nutriti. Abbaiavano? «Nemmeno se sollecitati» sarebbe emerso dal racconto delle forze dell’ordine chiamate a testimoniare nel processo terminato con l’assoluzione. Viceversa sarebbero stati i cani all’interno di un’altra proprietà «farsi sentire» spesso, anche di notte. Già in passato nel recinto dei segugi erano stati trovati pallini di fucile e sassi, presumibilmente lanciati da un’area confinante. Poi, domenica, l’avvelenamento dei tre cani vittime incolpevoli di una «guerra» scatenata dagli uomini.