"Speleomannari" a caccia di abissi inesplorati sulle Alpi Apuane

La meta del gruppo, con lo speleosub Luca Pedrali, è il sifone terminale dell’abisso dell’Olivifer, a -1250 metri

Gli «speleomannari» negli abissi delle Alpi Apuane

Gli «speleomannari» negli abissi delle Alpi Apuane

Massa , 21 gennaio 2017 - Gli «speleomannari» tornano a sfidare le profondità delle Alpi Apuane. La meta è il sifone terminale dell’abisso dell’Olivifer, a meno 1250 metri di profondità.

Dopo che il 7 dicembre di due anni fa lo speleosub Luca Pedrali, accompagnato da altri 17 Speleo Mannari ha conquistato il record italiano di immersione in profondità raggiungendo i meno 1360 metri di dislivello nel sifone finale dell’abisso Paolo Roversi, sulle Alpi Apuane, il gruppo speleo torna nelle profondità dei monti toscani.

Sono entrati, a squadre, questo pomeriggio Luca Pedrali e un gruppo di circa venti “Speleomannari”. «Uno degli obiettivi della speleologia moderna è dare delle risposte alla più ancestrale delle domande che si è posto l’uomo – spiegano gli Speleomannari -. Cosa c’è oltre il limite del conosciuto?».

L’Olivifer è il nome della grotta che si trova sulle pendici meridionali del M. Grondilice. È una tra le più profonde d’Italia, una cavità che affonda nella roccia per oltre 1000 metri alternando pozzi verticali, da scendere con corda a cunicoli strettissimi, dove è possibile avanzare solo strisciando.

Il gruppo speleo è formato da uomini di tutt’Italia, che nei giorni scorsi ha approntato la discesa e ha trasportato al campo base materiale e attrezzatura per l’immersione nel sifone situato nel punto terminale della grotta.

L’impresa non sarà affatto facile: il gruppo dovrà trasportare scendendo per oltre 1000 metri, fino al sifone, tutto ciò che è necessario per la permanenza a tali profondità e garantire la necessaria assistenza aerea allo speleosub, che tuttavia si dovrà immergere da solo.