Pinza di 18 centimetri dimenticata nell'addome: l’Asl ora è pronta a risarcire

L'uomo ha dovuto subire una nuova operazione per togliere lo strumento. Poi è morto; ancora da chiarire le cause precise della morte

Ospedale(foto di archivio)

Ospedale(foto di archivio)

Massa, 17 novembre 2017 - Forse è a una svolta il processo che vede alla sbarra nove persone, tra medici, infermieri e «ferristi» dell’ospedale di Carrara. Tutti imputati di lesioni gravissime ai danni di Stefano Miniati perché durante un banale intervento, qualcuno dimenticò nella sua pancia una pinza «di Kocer» lunga 18 centimetri. Ebbene, ieri mattina il giudice Alice Serra ha disposto il rinvio a gennaio dell’udienza perchè l’Asl, per la prima volta, ha presentato ufficialmente una sorta di offerta risarcitoria. In pratica si è detta pronta a risarcire le parti civili con 30 mila euro.

Attenzione. Fino a giugno un processo di questo tipo poteva chiudersi anticipatamente con una sorta di accordo tra le parti: in pratica le parti offese accettano l’offerta risarcitoria e ritirano la querela. Da giugno, però, la riforma voluta dal ministro Andrea Orlando ha introdotto una seconda possibilità. L’imputato può presentare l’offerta risarcitoria e può essere lo stesso giudice a stabilire se è congrua o meno. Per adesso non c’è stato nulla di tutto questo. Davanti all’offerta il giudice ha solo rinviato l’udienza per consentire alle parti una consultazione in separata sede. Appare però difficile che l’offerta sia ritenuta congrua da tutte le parti civili. L’avvocato Leonardo Angiolini (nella foto), che rappresenta la mamma di Stefano Miniati, ha fatto capire che la donna è parte civile non per ottenere un risarcimento ma per una questione etica. Vuole in primis tutelare l’interesse pubblico, ovvero pretende che incidenti di questo tipo non capitino più.

L’avvocato Leonardo Angiolini
L’avvocato Leonardo Angiolini

PARTICOLARE importante. Stefano Miniati purtroppo è morto il 21 giugno di due anni fa. Aveva 57 anni ed era vissuto un paio di mesi avendo nell’addome la pinza. Per toglierla, quando finalmente si accorsero dell’accaduto, subì una seconda operazione. Un vero calvario. Morì all’ospedale di Cisanello e la procura di Pisa ha incaricato un pool di periti di stabilire le cause precise della morte. In pratica si tratta di capire se la morte è conseguenza dello sbaglio fatto in ospedale a Carrara. Ma la perizia non è stata ancora depositata. Quando sarà depositata, se i periti diranno che la morte è stata causata da quello sbaglio, partirà un secondo processo e questa volta per omicidio.