"A mio fratello non lascio un soldo". Il testamento, i rancori. Poi l’omicidio

La vittima aveva sottoscritto questa volontà nel 2007

Piero Casonato, assassinato dal fratello Marco a Massa

Piero Casonato, assassinato dal fratello Marco a Massa

Massa, 25 gennaio 2018 - «A MIO FRATELLO non lascio nemmeno un centesimo della mia eredità». Aveva le idee chiare Piero Casonato al momento di scrivere il testamento nel 2007, ovvero dieci anni prima di morire investito più volte con l’auto dal fratello Marco al culmine di una lite. C’erano state tensioni fra i due fratelli già in passato per la gestione della storica tenuta di Villa Massoni, un bene di famiglia di cui erano comproprietari e diventato il casus belli della tragedia.

Una vicenda che aveva destato sconcerto anche per la notorietà delle persone coinvolte: Piero Casonato era un medico molto conosciuto per la sua attività svolta a Massa, Pistoia e Prato. Il fratello Marco è professore di psicologia all’università Bicocca a Milano, dove negli ultimi anni ha preferito l’attività di ricercatore a quella di docente.

Adesso del testamento della vittima saltano fuori alcune anticipazioni emerse nelle pieghe dell’indagine sull’omicidio, per il quale Marco Casonato è tutt’ora in carcere. Nel documento firmato davanti al notaio è emersa la volontà di Piero di tagliare fuori il fratello dall’eredità («a lui nemmeno un centesimo»), destinata invece in piccoli lasciti ad amici e conoscenti e in gran parte alla figlia nata da una relazione extraconiugale, poi cresciuta con il cognome del marito della madre. E’ stato lo stesso Marco Casonato in una lettera al nostro giornale scritta dal carcere di Massa, a ricordare il «dolore del fratello» per non aver potuto vedere crescere quella bimba, nel frattempo diventata maggiorenne. Ma per mettere le mani sui lasciti la ragazza dovrà fare i passi necessari per dimostrare di essere la figlia di Piero Casonato.

SERVIRÀ UN TEST del Dna, l’unico in grado di certificare il legame di parentela fra il medico massese e quella ragazza nata da una relazione con una collega residente nel Nord Italia. Ci vorrà ancora tanto tempo, così come per aver i riscontri dell’autopsia sul cadavere di Piero Casonato e delle perizie eseguite sulle auto coinvolte nell’omicidio, i telefoni dei due fratelli e la macchina fotografica usata da Marco Casonato il giorno della tragedia. Era andato a Villa Massoni per verificare alcuni lavori commissionati dal fratello ad alcuni operai: era nata una lite sulle modalità dell’intervento, finita con la morte di Piero Casonato travolto più volte dall’auto del fratello. Che poco dopo si è consegnato ai carabinieri.