Andrea Orlando, Cesare Leri, Loris Rossetti e Gianni Lorenzetti
Massa, 28 febbraio 2017 - E’ solo agli inizi il maremoto che ha colto il Pd dopo la scissione. Domenica sera Gianni Lorenzetti, sindaco di Montignoso e presidente della Provincia e Loris Rossetti, ex consigliere regionale ed ex sindaco di Fivizzano, erano alla Spezia. Con loro c’era Cesare Leri, sindaco di Comano e segretario provinciale Pd. Gita di piacere? No. Erano all’iniziativa organizzata dal Ministro di Grazia e Giustizia, Andrea Orlando, candidato alla segreteria nazionale del Partito democratico. Gli apuani hanno sollecitato Orlando ad organizzare una manifestazione simile a Massa o a Carrara.
E’ la nascita del gruppo che rappresenterà localmente l’anima di «sinistra» del Pd? Probabile. Ma i tempi stringono. Oggi si chiude il tesseramento 2016. Solo chi entro questa sera avrà la tessera potrà votare al congresso per eleggere il segretario. Gli altri no. Al telefono, Cesare Leri ha spiegato che «nel 2015 abbiamo chiuso il tesseramento al Pd con 2.700/2.800 iscritti a livello provinciale. Il tesseramento 2016 lo chiudiamo questa sera e non voglio dare dati parziali. Le tessere stanno arrivando ma dobbiamo contarle». Oltre a Leri, Lorenzetti e Rossetti, all’anima «di sinistra» del Pd potrebbero aderire altri big.
L’onorevole Andrea Rigoni in passato aveva come punto di riferimento Bersani, non Renzi. E dietro Rigoni c’è gran parte del gruppo dirigente del partito. Ma ci sono grosse eccezioni. Alessandro Volpi al nostro giornale ha detto che «per adesso» resta nel Pd. Il sindaco di Massa era considerato vicino, politicamente, ad Enrico Rossi. Lo seguirà nella scissione? Forse sì, forse no. Più facile ipotizzare l’uscita di Narciso Buffoni. L’ex sindaco di Montignoso ed ex presidente della Provincia è considerato vicino a Massimo D’Alema. Che verrà a Carrara il 6 marzo. Buffoni correrà alle regionali con Democratici e progressisti? Chissà.
Uno degli osservatori più attenti a quanto accade in casa Pd è Paolo Gozzani. Il segretario provinciale Cgil è a capo di un sindacato dove tanti guardano a sinistra ma tenta di stare fuori dalla «bagarre». «Il sindacato deve restare fuori da quanto accade nei partiti. – spiega Gozzani – Sicuramente però guardiamo con appprezzamento le forze che in futuro si occuperanno di più del mondo del lavoro. Negli ultimi tempi i lavoratori si sono sentiti isolati e penalizzati». Tradotto. Non sono renziano, stiamo a vedere.