Occupazione abusiva, sequestrati tutti i mezzi della Porto di Carrara spa

Tre indagati anche per abuso d'ufficio. La procura sostiene che la società non ha la concessione per parcheggiare gru e macchine sulle banchine dopo l'orario di lavoro

Il sopralluogo del procuratore Aldo Giubilaro col comandante della capitaneria Marco Landi

Il sopralluogo del procuratore Aldo Giubilaro col comandante della capitaneria Marco Landi

Marina di Carrara, 27 agosto 2016 - CLAMOROSA inchiesta della procura che ha sequestrato tutti i mezzi meccanici della Porto di Carrara, la società dell’armatore Bogazzi che da oltre cinquant’anni opera al porto carrarese. L’indagine, condotta dalla Capitaneria di Porto, contesterebbe alla società l’occupazione abusiva di suolo pubblico e l’abuso d’ufficio. Sono finiti nel registro degli indagati il presidente dell’’Autorità portuale Francesco Messineo e il segretario generale Nicola Del Nobile e il console del porto Vittorio Maggiani nella sia qualità di consigliere della Porto spa e responsabile della gestione delle macchine e delle attrezzature di lavoro e delle merci. Secondo la procura la Porto di Carrara avrebbe dovuto essere in possesso della concessione demaniale (canone di circa 500mila euro l’anno) mentre in realtà opererebbe solo con una autorizzazione (canone ridotto a 15mila euro l’anno) che le permetterebbe solo le operazioni di sbarco e imbarco. In pratica, secondo la capitaneria, i mezzi meccanici dovrebbero essere rimossi dopo l’orario di lavoro e posizionati altrove. Un’operazione di fatto impossibile perché le nove maxi gru andrebbero smontate ogni sera. Il provvedimento ha paralizzato l’operatività del porto. Sotto sequestro sono finite anche le nove gigantesce gru Gottwald, vanto della Porto di Carrara che detiene la capacità di sollevamento e i tempi di sbarco e imbarco tra le più elevati d’Europa. Preoccupazione anche per l’arrivo di una nave passeggeri attesa martedì: la banchina è bloccata da un imponente carico di marmo in attesa di essere trasferito sul treno. Il procuratore Aldo Giubilaro ha spiegato che esistono due tipi di concessioni: una, dal costo più modesto, che però consente solo un certo tipo di attività; un’altra, dal costo decisamente molto più oneroso, che invece consente un’attività più ampia. Secondo la procura, il problema sta proprio qui: la concessione esistente è quella più modesta, che non avrebbe consentito in tutti questi anni di svolgere l’attività realmente effettuata. La richiesta di sequestro preventivo firmata dal procuratore Giubilaro è stata accolta dal gip Alessandro Trinci. I sigilli hanno interessato anche 21 mezzi portuali tra i quali carrelli elevatori, ruspe, nonché attrezzature meccaniche quali benne e carrelli (una cinquantina). La procura sostiene che la Porto di Carrara opera in regime di autorizzazione ininterrottamente dal 1993. Per le attrezzatute fisse sarebbe necessaria, secondo la capitaneria, la concessione demaniale. La Porto ha richiesto la concessione per 20 anni ma l’iter è ancora in fase di approvazione da parte del comitato portuale che avrebbe richiesto delle integrazioni.