Non paga l’affitto e le bollette Sfratto nullo perché è agli arresti

L’odissea di un fiorentino che si è trovato in casa un pregiudicato

Carabinieri

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Carrara, 22 marzo 2017 - Un'altra puntata del cittadino alle prese con la burocrazia italiana. Laffittuario è moroso, ma il proprietario non può sfrattarlo perché è agli arresti domiciliari. Questa è la storia di Giampiero Latini, fiorentino, che ha pensato di fare un’investimento inun’abitazione in via Rinchiosa. L’affittuario si è dimostrato da sempre restio a pagare l’affitto, ma lo sfratto partito dal legittimo proprietario non può essere eseguito perché l’attuale occupante è agli arresti domiciliari.

 «Quale comproprietario insieme a mia madre e mia sorella – racconta -, nel 2013 abbiamo affittato con regolare contratto un immobile in via Rinchiosa, a un 57enne italiano. L’affittuario ha subito iniziato a non essere in regola con i pagamenti e, dopo varie vicissitudini, nell’agosto 2015, ha completamente cessato di corrisponderci l’affitto. Abbiamo pertanto avviato le pratiche per lo sfratto che ci è stato accordato nel giugno del 2016 dal tribunale di Massa, il quale ha fissato un giorno per la riconsegna l’8 agosto scorso. Al momento dell’esecuzione del provvedimento – prosegue nel racconto il proprietario della casa – è stato bloccato lo sfratto perché il 57enne è risultato agli arresti domiciliari, a totale insaputa di noi che siamo i proprietari dell’immobile. Abbiamo poi saputo che l’uomo non può essere tradotto in prigione perché sarebbe un collaboratore di giustizia e pertanto avrebbe dei diritti non meglio specificati, che gli garantirebbero di stare nella nostra casa. Questo è sufficiente a rendere nullo lo sfratto. Il nostro legale dopo diverse peripezie è riuscito ad avere un incontro col tribunale, ma non ha ottenuto praticamente nulla. I carabinieri si rifiutano di eseguire lo sfratto perché in buona sostanza non sanno dove metterlo. Naturalmente – conclude il proprietario – noi continuiamo a pagare le tasse sull’immobile, su un affitto mai percepito, spese condominiali, utenze e quant’altro. Quindi, a tutt’ oggi il mantenimento del detenuto non è a carico dello Stato, ma di tre cittadini del tutto incolpevoli. Questo ci sta causando dei danni economici non indifferenti (all’incirca 15mila euro) considerando il fatto che l’affitto serviva al pagamento della badante di mia madre, una ultranovantenne – conclude - totalmente non autosufficiente».