Crolla lastra di marmo, cavatore muore sul lavoro, "E' una mattanza" / FOTO

Ennesima tragedia: tredici morti in undici anni nel settore del marmo. Scatta lo sciopero del settore lapideo

Il luogo della tragedia e, nel riquadro, la vittima (Foto Delia)

Il luogo della tragedia e, nel riquadro, la vittima (Foto Delia)

Carrara, 28 novembre 2016 - Ancora un tributo di sangue per l'industria del marmo. Un altro lavoratore morto, schiacciato da una pesante lastra da poco tagliata. Ancora un lutto, ancora lacrime per parenti e amici. La vittima è Mauro Giannetti, 46 anni. Stava lavorando in una cava di Torano quando appunto è stato travolto. Si tratta della cava 5 Piastriccioni. Per Giannetti, come tragicamente è accaduto negli anni per altri suoi colleghi, non c'è stato niente da fare. Non ha avuto scampo, nonostante l'allarme immediato dato dai colleghi. "E' una mattanza a cui dobbiamo porre fine", dice il presidente della Regione Enrico Rossi

Secondo le prime ricostruzioni l'uomo, che lavora nella cava con il fratello, entrambi esperti del settore, aveva appena finito il taglio del blocco di marmo e stava togliendo le impalcature sistemate attorno al blocco quando il pesante lastrone si è spezzato travolgendolo. Ci sono volute ore per recuperare il corpo. Subito è stata aperta un'inchiesta. Ci sarà da capire che cosa ha provocato il crollo della lastra. Sarebbe stata fatale, ma il condizionale è d'obbligo, la rimozione di una zeppa che teneva ferma la lastra spezzatasi in due. Il blocco era pesante due tonnellate. Solo intorno alle 16 il corpo di Mauro Giannetti è stato recuperato. E' stato quindi portato in ospedale a Carrara

Al calar della sera Carrara si ritrova a fare i conti con un nuovo lutto causato dal lavoro. I carabinieri e l'Asl conducono le indagini e hanno raccolto tutti gli elementi possibili. Sono intervenuti anche i vigili del fuoco e i vigili urbani. Mauro Giannetti era un grande tifoso della Carrarese. La società ha espresso il suo cordoglio con un comunicato stampa, annunciando un minuto di silenzio nella prossima partita. Il sindaco Zubbani, nel pomeriggio, ha annullato il consiglio comunale, che era previsto per le 18.

Tredici sono state le vittime del marmo negli ultimi undici anno. Oltre un morto all'anno. E moltissimi feriti, si parla di uno ogni due giorni. Gli ultimi due morti lo scorso 13 aprile, quando nel crollo di un costone di roccia non ce la fecero Roberto Ricci Antonioli, 55 anni, e Federico Bendetti, 46. Un tormento per la città. Ogni lutto, ogni notizia di un incidente è un sussulto per tante famiglie che al mattino vedono i loro cari partire per andare nelle cave. Un lavoro pericoloso per il quale adesso tutti chiedono più sicurezza. E il settore lapideo ha proclamato uno sciopero per la giornata di martedì 29 novembre. 

Di "mattanza" ha parlato il presidente della Regione Enrico Rossi, che ha poi aggiunto: «Da parte nostra,- così come abbiamo fatto a Prato dopo il rogo di Teresa Moda», nel quale morirono sette operai cinesi «intensificheremo il lavoro tracciato nel Piano straordinario per la sicurezza nella lavorazione del marmo nel distretto apuo-versiliese, per il quale abbiamo stanziato due milioni e mezzo di euro. Sul fronte delle attività estrattive, stiamo analizzando le dinamiche degli incidenti; formeremo tutti gli operatori del distretto alla sicurezza, a cominciare dai lavoratori; vigileremo ripetutamente su tutte le cave, verificando l'adozione dei dispositivi di protezione individuale e collettiva; verificheremo la conformità delle macchine ai requisiti essenziali di sicurezza. In particolare, per quanto riguarda il settore lapideo, vigileremo sul rispetto dei protocolli sanitari e sulle operazioni di movimentazione».

"Nonostante le denunce degli ultimi mesi e le iniziative intraprese dalla Regione Toscana, a Carrara si continua a morire nelle cave di marmo". Lo sottolineano Mauro Fuso, segretario della Cgil Toscana, e Paolo Gozzani, segretario della Cgil di Massa Carrara. "Questa incidente mortale di oggi ci fa urlare di sdegno. Ci sono luoghi di lavoro- continuano- dove non si rispettano i requisiti minimi per la sicurezza e ci sono lavori dove il rischio e' molto alto". Per salvare il lavoro e la vita dei lavoratori, aggiungono, "quando mancano i requisiti di sicurezza bisogna avere il coraggio chiudere le attivita' fino al ripristino non del minimo, ma del massimo di sicurezza possibile.