La Porto di Carrara chiederà i danni subiti

L'ad Dello Iacono: sequestro assurdo, siamo in perfetta regola e paghiamo quasi 800mila euro di canone l'anno

L'amministratore delegato della Porto di Carrara Paolo Dello Iacono

L'amministratore delegato della Porto di Carrara Paolo Dello Iacono

Marina di Carrara, 27 agosto 2016 - «LA PORTO di Carrara si aspettava il comunicato stampa dell’Autorità Portuale, che è titolare del demanio portuale, ci teniamo a chiarire che la posizione della nostra società è perfettamente regolare, come dimostreranno agevolmente in ogni competente sede i suoi avvocati, che hanno immediatamente definito assurdo il provvedimento di sequestro dei mezzi portuali di proprietà della società disposto dall’autorità giudiziaria»: esce allo scoperto l’amministratore delegato della Porto di Carrara Paolo Dello Iacono.

«È da tempo che La Porto di Carrara è in attesa del rilascio delle concessioni delle banchine di cui le viene addebitata la mancata titolarità, nonostante il Comitato Portuale abbia per due volte deliberato in tal senso. La Porto di Carrara – spiega Dello Iacono – ha sempre agito nel rispetto delle leggi e delle regole, osservando le prescrizioni che tempo per tempo le sono state impartite dall’Autorità Portuale, sulla base delle concessioni ricevute e nel rispetto del regolamento portuale, nonché delle disposizioni della Capitaneria di porto. La Porto di Carrara ci tiene a precisare, a chi non fosse perfettamente edotto, che per svolgere la propria attività portuale non paga all’Autorità Portuale solo 25.000 euro l’anno; paga invece 25.000 euro l’anno per l’autorizzazione ex art.16 legge 84/84 e oltre 750.000 euro per l’occupazione del suolo demaniale. Detti importi sono superiori (di molto, e ciò è dimostrabile per tabula a chiunque ne volesse avere conoscenza) rispetto a quelli che altri operatori in altri porti italiani e la stessa Porto di Carrara, attraverso le proprie partecipate, paga per le concessioni nei porti di Marghera-Venezia e Chioggia. I recenti attacchi mossi da più ambienti e dalle Amministrazioni locali - sottilinea Dello Iacono – sono volti a spingere la Porto di Carrara ad abbandonare la propria attività e a lasciare spazio ad altri? Ci si attende che, per effetto di provvedimenti come il sequestro dei mezzi portuali di proprietà attuato ieri, spingano la Porto di Carrara a cessare la propria attività? Chi lo pensa si sbaglia totalmente: la Porto di Carrara tutelerà con fermezza i propri interessi, i suoi 180 dipendenti, i suoi clienti, i suoi soci lavoratori portuali e i suoi fornitori e risponderà chiedendo - come ha già avuto modo di dire - il risarcimento dei danni subiti. Non può non essere sospetto e non può essere tollerato il fatto che in una provincia come quella di Massa Carrara, che è tra le più povere d’Italia e ha il tasso di disoccupazione più elevato di tutto il centro-nord, le uniche iniziative provenienti da organi statali siano quelle dirette contro chi, come la Porto di Carrara e altre imprese, operanti anche in altri settori, genera e assicura nel tempo occupazione e sicurezza sociale. La Porto di Carrara, nonostante il decremento dei traffici, è una società solida e, a parte gli interessi negli altri porti veneti dove ha oltre 200 dipendenti, eroga solo a Carrara emolumenti per oltre 7 milioni di Euro e paga imposte e contributi per oltre euro 8 milioni».