La legge sulle cave in alto mare Iniziano solo le consultazioni

Intanto lega nord pretende la lavorazione in loco

Cave di marmo

Cave di marmo

Carrara, 16 novembre 2017 - Cave: iniziate le consultazioni sulla proposta di legge della Giunta regionale. Prima tranche di confronto nelle commissioni Ambiente e sviluppo economico. Baccelli e Anselmi: “Lavoro serio e sulle priorità”. Le modifiche al testo del 2015 probabilmente in aula nel primo trimestre 2018. All’indomani della sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge regionale 35 sui beni estimati, la Toscana deve adeguare il proprio ordinamento perché la loro natura pubblica o privata, ha sancito la Corte, appartiene all’ordinamento civile ed è quindi di competenza statale. Il primo confronto sulle modifiche che interesseranno anche la revisione delle modalità per autorizzare la coltivazione di siti estrattivi in cui sono presenti beni appartenenti al patrimonio indisponibile comunale, beni dei privati e modifiche alle autorizzazioni e concessioni esistenti, ha sancito comunque l’avvio di un “lavoro serio, fondato sulle priorità” hanno dichiarato i presidenti delle commissioni Ambiente e sviluppo economico, Stefano Baccelli e Gianni Anselmi.

«Siamo ben consapevoli della rilevanza del settore marmifero e del suo contributo economico. Non sottovalutiamo, né in questa né in altre sedi, le istanze avanzate da categorie e territorio. Il nostro compito è quello di mantenere un approccio serio e di governo su questioni complesse». I due presidenti hanno poi informato che i tempi per l’approvazione della legge non saranno brevi. Probabilmente, e nell’ottica di arrivare ad un testo “quanto più possibile condiviso», arriverà all’esame dell’aula nel primo trimestre del 2018. Una tempistica accolta con favore in sede di consultazione perché può facilitare un approfondimento anche nelle fasi successive. Paolo Baldini (Confindustria Livorno - Massa Carrara) ha invece chiesto “maggiore conoscenza del settore”, e in particolare dei “numeri che ci indicano come primo distretto in Italia per export di marmo lavorato”.

Riservandosi di inoltrare alle commissioni un documento puntuale su osservazioni e proposte di emendamento, Baldini ha osservato che in alcuni punti il testo è “confuso” e “cade in contraddizione” ed è tornato sulla questione, peraltro già sollevata nel 2015, della lavorazione del materiale estratto e dell’impegno, fissato in legge, di almeno il 50 per cento nel sistema produttivo della filiera locale. Secondo Baldini, la norma non è chiara perché non indica, precisamente, che tipo di materiale si intenda e se comprenda, ad esempio, anche i cosiddetti derivati, materiali residui o blocchi informi.

«Le cave – affermano Roberto Salvini ed Elisa Montemagni, consiglieri regionali della Lega Nord – sono un argomento molto sentito e quindi riteniamo doveroso ed utile fornire la nostra ricetta per promuovere l’importante settore. Innanzitutto -proseguono - è fondamentale aumentare, incrementando così le possibilità d’impiego, la lavorazione in loco della predetta produzione estrattiva fino al 65 per cento del prodotto (l’auspicato 50 per cento a nostro avviso non è, sufficiente). Oltre a ciò bisogna assolutamente tutelare tempestivamente il patrimonio lapideo, preservandolo da una deleteria e reiterata rapacità delle multinazionali. Fatti concreti e misure tali da rilanciare completamente il citato comparto economico; “l’oro” bianco ha un valore inestimabile ed è necessario preservarlo».