Invalido vittima di una truffa: ora è «inseguito» da Equitalia

E’ operaio ma deve pagare 455mila euro: «Questa tortura deve finire»

 Ivan Pastine è stato vittima di una brutale truffa

Ivan Pastine è stato vittima di una brutale truffa

Massa, 23 aprile 2017 - Dietro la promessa di uno stipendio sicuro c’era il classico «trappolone». «Firma qui, ti nominiamo amministratore di questa società: avrai uno stipendio ma pensiamo a tutto noi». Chi al posto di Ivan Pastine, invalido e all’epoca disoccupato, avrebbe detto di no a una proposta del genere? Una scelta pagata cara dal 43enne di Fosdinovo che ora, a distanza di anni, è stato travolto dai debiti dalle cartelle esattoriale inviategli da Equitalia per i debiti accumulati con lo Stato, dall’azienda di cui era prestanome. «Utenze telefoniche, luce, acqua, gas, alcuni automezzi – racconta – era tutto intestato a me. Poi chi mi ha messo in mezzo a questo disastro se ne è andato lasciandomi da solo a gestire una cosa più grande di me».

Così circa due anni fa nella cassetta della posta della sua casa popolare di Fosdinovo, è arrivata una prima cartella esattoriale da 370mila euro. Tutto in regola, nessun errore dell’ente esattore. «Io sono in effetti debitore nei confronti dello Stato ma... non ho nulla». Ha tentato anche le vie legali per cercare di sottrarsi alle ganasce fiscali «ma ho perso sia in primo grado che in appello. Non faccio nemmeno ricorso in Cassazione. Unica soluzione? Per pagare il mio debito cedo via via una parte dello stipendio» come dipendente dell’Arsenale di Spezia dove è stato assunto alcuni anni fa. Ma quando i guai sembravano finiti l’altro giorno è arrivata un’altra richiesta da parte di Equitalia con la cifra astronomica di 455.568mila euro, soldi che manco a dirlo Pastine non ha. «Anche in questo caso la richiesta è legittima, essendo legata alla società intestata al sottoscritto. Vecchie tasse, bollette, le solite cose: ma io non sono in grado di pagare quella cifra».

Pastine vive in una casa popolare a Fosdinovo e, a parte una vecchia zia a Sarzana, è solo al mondo. «Tutta questa situazione mi ha messo veramente ko, mi vengono in mente anche brutti pensieri... Ai pochi amici rimasti ho confidato di aver pensato di farla finita. Non posso più vivere così. Sono depresso, mi sono chiuso in casa: ho anche interrotto il mio rapporto con il Fosdinovo Calcio di cui ero vicepresidente. Non riesco a fare nulla, nemmeno andare a lavorare». Non ce l’ha con Equitalia ma con chi l’ha messo in questa brutta situazione. «La mia colpa è essermi fidato di personaggi senza scrupoli. Chiedo solo che questa tortura finisca, che non arrivino più richiesta di pagamento cui non posso far fronte».