Nuovo stop del forno crematorio. Questa volta c’è un guasto tecnico

La proteste delle persone che attendono le ceneri del caro defunto

DOLORE L’ultimo saluto al defunto è doloroso (foto d’archivio)

DOLORE L’ultimo saluto al defunto è doloroso (foto d’archivio)

Massa, 30 settembre 2016 - "Cenere siamo e cenere ritorneremo" ma quando di preciso, non è poi così facile da stabilire. Perché anche se l’anima è già nell’aldilà, il nostro corpo in attesa di essere cremato spesso giace ancora qua. A lamentare il nuovo stop del forno crematorio del cimitero di Mirteto, che ha ripreso a funzionare ieri dopo qualche settimana di black out, sono i familiari di alcuni defunti i cui cari alla fine hanno dovuto ripiegare a Parma per dar corso a una delle pratiche più antiche, che costituisce un altro momento molto doloroso dopo quello già abbastanza triste del rito funebre.

"E’ un impegno che ci si è presi con un essere umano sul letto di morte – sottolinea commosso il parente di un defunto – e ora siamo qui per esaudire le ultime volontà del nostro caro". Il forno crematorio massese già finito alla ribalta delle cronache nel 2007 per la vicenda dei servizi cimiteriali e della vergognosa gestione del forno crematorio, che aveva coinvolto uffici comunali e ditte esterne, sembra essere perseguitato dalla scalogna. La scorsa primavera il malfunzionamento del bruciatore del forno aveva costretto l’amministratore comunale ad interrompere le cremazioni, dopo che già a inizio anno una serie di intoppi tecnici seguiti alla rottura di una tettoia al piano superiore, che ha fatto si che la pioggia cadesse sulle lapidi, avevano causato il rinvio dell’accensione.

"Tutti intoppi – fa presente un familiare – che costringono i massesi a ricorrere agli impianti fuori provincia, o addirittura fuori regione, con la spesa che ne consegue visto che molti Comuni per i non residenti stabiliscono tariffe più onerose".

E’ il caso di coloro che nelle ultime settimane a causa di un guasto tecnico all’impianto di cremazione, sono state costrette a dirigersi altrove. "Si è trattato di un guasto tecnico ad alcune parti dell’impianto – hanno fatto sapere dal Comune – cose che possono accadere. La ripresa dell’attività di cremazione è dipesa dai tempi per la sostituzione del pezzo e non dalla nostra volontà". Verrebbe da dire che "giorno in più giorno in meno ormai non c’è nessuna fretta, il defunto può aspettare" ma i parenti non la pensano così e al contrario si augurano che "al dolore per la morte di un caro, non si aggiunga più quello causato dall’attesa per la sua cremazione".