Espulsa dal porto di Carrara una nave battente bandiera Togolese

Il cargo presentava 39 irregolarità: era da noi per caricare lapideo

La nave espulsa

La nave espulsa

Carrara, 21 febbraio 2017 - La nave "Rina" espulsa dal porto. Continua l’intensa azione della Guardia Costiera di Marina di Carrara sul fronte della lotta alle cosiddette navi sub-standard, insicure da tutti i punti di vista. Venerdì 17 febbraio, la nave general cargo denominata “Rina” battente bandiera Togo (Repubblica Togolese) è stata bandita dal personale del Nucleo Ispettivo Port State Control della Capitaneria di Porto apuana da tutti i paesi aderenti al così detto Memorandum di Parigi (UE più Russia e Canada). Prima del provvedimento di espulsione, la nave è rimasta ferma nel porto di Marina di Carrara ben 17 giorni. Il bando della nave, infatti, fa seguito ad altra ispezione, eseguita dagli Ufficiali della Guardia Costiera di Marina di Carrara il giorno 31 gennaio scorso, che ha comportato il fermo della nave perché si è dimostrata non rispondente ai requisiti minimi imposti dalle Convenzioni Internazionali in materia di sicurezza della navigazione, di condizioni di vita e di lavoro degli equipaggi imbarcati e di protezione dell’ambiente marino dagli inquinamenti. La visita, basata su controlli tecnici, operativi e documentali, si è svolta nell’ambito dell’ordinaria attività di verifica imposta dalla normativa internazionale sul naviglio commerciale straniero che scala i porti europei. Al termine dell’approfondita ispezione, la nave è stata fermata a causa delle 39 (trentanove) irregolarità riscontate, di cui ventiquattro motivo di fermo nave, inerenti i sistemi attivi e passivi di prevenzione degli incendi a bordo, gestione della security assolutamente insufficiente, la certificazione dell’equipaggio, le condizioni di vita e di lavoro a bordo, dotazioni di sicurezza di bordo e di navigazione, il sistema di gestione di sicurezza di bordo (Safety Management System), il livello di addestramento dell’equipaggio, nonché in materia di gestione dei rifiuti a bordo della nave. L’ispezione ha, fra l’altro, evidenziato la presenza di contratti per alcuni marittimi presenti a bordo della nave con paghe nettamente inferiori ai minimi salariali stabiliti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (O.I.L.) (300 dollari al mese!), scarsità nella quantità e qualità dei viveri di bordo, condizioni di abitabilità e igiene molto scadenti. Di queste carenze è stato anche informato l’ I.T.F. (International Transport Workers Federation, organizzazione sindacale internazionale a tutela del lavoro marittimo), in particolare l’ufficio di Livorno, che ha fornito il consueto ed apprezzato supporto. L’unità, del tipo General Cargo, era stata costruita nel 1985, ed è giunta nel porto di Marina di Carrara, per imbarcare lapidei. Al fermo della nave si unisce, come detto, il provvedimento di bando, che interviene alla fine del fermo nave, dopo, cioè, che l’equipaggio della nave ha ripristinato tutte le carenze riscontrate e dopo che la nave è stata sottoposta ad approfondita verifica da parte dell’amministrazione di bandiera tramite l’Organizzazione Riconosciuta dalla bandiera (in questo caso l’International Naval Survey Bureau ente riconosciuto dal Togo) e solo in quel momento re-ispezionata dai militari della Guardia Costiera apuana. Questo tipo di provvedimento di bando è obbligatorio per le navi come la “Rina” che battono una bandiera inserita nella black list, qualora già detenute per due volte nei precedenti 24 mesi (totale tre fermi in due anni). Al mercantile, con tale atto, è stato precluso qualsiasi possibilità di accosto nei porti dei Paesi dell’Unione Europea per un periodo di tre mesi. La nave “Rina” si aggiunge alle altre 24 fermate negli ultimi cinque anni dalla Capitaneria di Porto di Marina di Carrara, che ha poi emesso ben 8 (otto) provvedimenti di bando da tutti i porti della UE, per altrettante navi, ponendosi ai vertici della classifica europea, per questo tipo di azioni.

Le attività di controllo sul naviglio battente bandiera estera, si inquadra nelle ispezioni previste dal Memorandum di Parigi del 1982 per una certa percentuale di navi che giungono porti nazionali dei Governi contraenti, da cui l’acronimo PSC, Port State Control, “Controllo dello Stato del porto di approdo”.  Le ispezioni continueranno anche nell’anno appena cominciato e non ci sarà nessuna esitazione, nel fermare tutte quelle navi insicure che vengono utilizzate ancora troppo spesso - e solo per risparmiare - da armatori e noleggiatori senza scrupoli e che si rivelano, poi, del tutto non rispondenti alle normative internazionali rappresentando, quindi, una reale minaccia per la sicurezza del proprio equipaggio, per la sicurezza della navigazione e per la protezione e la salvaguardia dell'ambiente marino.  La Guardia Costiera di Marina di Carrara ricorda a tutti il proprio numero - 1530 - per qualsiasi emergenza in mare.