Il colonnello Massimo Rosati alla guida dell’Arma apuana

Ha 42 anni,è di Roma ed è reduce da una lunga attività nei reparti operativi

 Il colonnello Massimo Rosati, nuovo comandante provinciale dei carabinieri, con il colonnello Marchi che guida il nucleo investigativo

Il colonnello Massimo Rosati, nuovo comandante provinciale dei carabinieri, con il colonnello Marchi che guida il nucleo investigativo

Massa, 19 ottobre 2017 - Arriva nel momento più delicato per i carabinieri della nostra provincia. Il colonnello Massimo Rosati (42 anni, romano) è il nuovo comandante provinciale dell’Arma e prende il posto del colonnello Valerio Liberatori, coinvolto nell’indagine della Procura su 35 militari delle stazioni lunigianesi. Trasferimento, aveva sottolineato l’Arma nei giorni scorsi, comunque del tutto scollegato dall’iscrizione del registro degli indagati da parte della procura.

INCONTRO. Uno dei primi contatti del nuovo comandante con la realtà locale è stato proprio con il procuratore capo Aldo Giubilaro che, insieme al sostituto procuratore Alessia Iacopini, coordina l’indagine sui carabinieri lunigianesi. «Il procuratore – ha spiegato il colonnello Massimo Rosati nella conferenza stampa di presentazione alla ‘Plava’ – ha elogiato l’attività svolta finora dai carabinieri della nostra provincia, invitandoci a lavorare con la massima serenità e di non aver alcun tipo di timore. La mia speranza è di riuscire a rispondere al meglio alle aspettative della Procura». Nei prossimi giorni il comandante incontrerà altri rappresentanti delle istituzioni locali.

ESPERIENZA. Per il colonnello Rosati si tratta del primo incarico alla guida di un comando provinciale, dopo una lunga attività nei reparti operativi. Conclusa l’Accademia di Modena ha assunto il primo incarico al battaglione mobile di Bologna per prendere successivamente il comando della compagnia di Sassari. Da lì un’altra esperienza in Sardegna, alla guida del reparto operativo di Carbonia seguita dalle analoghe esperienza a Merano (per dieci anni prima come comandante della Compagnia e per sei anni alla guida del reparto operativo altoatesino) e Verona, dove è rimasto un anno. E ora il «debutto» come massima carica di un comando provinciale in una zona «molto bella – spiega Rosati – dove non ho mai lavorato ma che conosco da turista. E poi mi è sempre piaciuto il mare. L’augurio è di riuscire a rendere questa provincia ancora più bella e vivibile di quanto lo sia già adesso. Ho alle spalle un’esperienza importante di attività sul territorio», a stretto contatto quindi con i cittadini, le loro richieste e problematiche quotidiane «e ho partecipato a una missione all’estero di nove mesi nei Balcani»

VERONA. Numerose le operazioni portate a termine dal colonnello Rosati nel corso delle sue precedenti esperienze. A Verona ad esempio i carabinieri scaligeri hanno assicurato alla giustizia i responsabili di uno dei crimini più efferati accaduti in Veneto nel 2016, quello del ristoratore di Valgatara Luciano Castellani. Al termine di una complessa indagini i carabinieri del nucleo investigativo hanno dato un volto alla banda nel corso di una rapina massacrarono di botte il 72enne ristoratore fino a ucciderlo. A finire in manette è stata una banda di rumeni individuata mesi dopo fra Padova e Cosenza. Una brillante operazione che suscitò clamore in Veneto, soprattutto perchè aveva dato nome e cognome agli autori di un brutale omicidio.