Chiusa una cava al Sagro Sigilli della Forestale per violazioni ambientali

Il Blitz su ordine della Procura

Forestale

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Carrara, 12 dicembre 2017 - Sigilli a una cava sul Sagro. Su ordine della procura i carabinieri della forestale hanno sequestrato una cava nel Parco delle Apuane. Il blitz è avvenuto al termine di una complessa attività investigativa: il gip del tribunale ha accolto la richiesta del pubblico ministero che ha previsto la chiusura del cantiere ubicato sul Monte Sagro a 1200 metri di altezza. Si tratta di una cava in un’area soggetta a vincolo paesaggistico ed inclusa nel perimetro del Parco. Numerose le violazioni contestate all’esercente della cava: anzitutto la violazione del vincolo paesaggistico per carenza della prevista autorizzazione, in quanto la Pronuncia di Compatibilità Ambientale emessa dall’Ente Parco, che aveva valenza di autorizzazione paesaggistica, risulta scaduta fin dal 2015.

Ugualmente scaduta dal giugno del 2017 risulta l’autorizzazione all’escavazione di competenza comunale. Per quanto accertato con una serie di sopralluoghi da parte della forestale e della guardia parco, il prelievo di materiale è però proseguito anche successivamente, fino a pochi giorni fa, nonostante la diffida a proseguire l’attività formulata dallo stesso Comune di Fivizzano nel mese di agosto. Oltretutto la cava, ubicata in area contigua al Parco regionale, ha effettuato l’escavazione in difformità rispetto al progetto a suo tempo autorizzato, abbassando la quota dei piazzali di ben 12 metri rispetto a quanto previsto ed estraendo così in modo completamente abusivo. I dettagli sono stati accertati con fotografie con laser scanner 3D sia dal Comune che dal consulente dell’autorità giudiziaria. Sono stati estratti circa 97mila tonnellate di blocchi di marmo e materiale derivato (blocchi informi e detriti) ricavando un illecito profitto che ammonterebbe ad alcuni milioni di euro. I primi controlli sono stati svolti dal Comando Guardiaparco a partire dalla fine del 2016 e sono poi stati integrati dai Carabinieri forestali coordinati dalla comandante del nucleo investigativo di polizia ambientale colonnello Giovanna Vulpi, dallo scorso agosto. Nella cava sequestrata i controlli hanno infine evidenziato che non sono stati neppure conclusi i lavori di messa in sicurezza di una tecchia (parete fratturata sovrastante i piazzali da cui si possono distaccare frammenti di roccia) prescritti dai tecnici dell’Asl e che l’attività estrattiva è proseguita nelle aree a rischio nonostante lo stesso provvedimento prescrivesse di sospendere i lavori al di sotto di tale parete.