Regione, stop ai rifiuti dalla Liguria. Danno da 3 milioni per Cermec

La misura si è resa necessaria a seguito di alcune inchieste che riguardano altri impianti in Toscana. Si rischia l'aumento della Tari a Massa e Carrara

Cermec

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Massa, 21 gennaio 2018 - Stop ai rifiuti provenienti dalla Liguria al Cermec. E’ questa la linea di indirizzo presa dalla giunta della Regione Toscana pochi giorni fa: la delibera numero 17 del 15 gennaio dà mandato all’assessore Federica Fratoni di «procedere alla condivisione con la Regione Liguria di un percorso per la risoluzione consensuale dell’accordo sottoscritto in data 7 agosto 2017 tra la Regione Toscana e la Regione Liguria per operazioni interregionali di gestione dei rifiuti». L’accordo doveva aiutare la Liguria a smaltire quella spazzatura che al momento non era in grado di gestire in autonomia. Si trattava di rifiuti urbani indifferenziati provenienti dalla Città Metropolitana di Genova e di frazione umida successiva ai trattamenti dell’impianto di Ecosavona: scarti che erano stati destinati al Cermec di Massa Carrara.

L’impianto apuano nel 2017 aveva quindi ricevuto 19mila tonnellate di Rsu indifferenziati da Genova e altre 6mila tonnellate di frazione umida da stabilizzare provenienti dal sito Ecosavona (da inviare a discarica come compost fuori specifica, nel rispetto delle norme nazionali ed europee). Ci guadagnavano tutti. La Liguria perché aveva un sito vicino dove conferire i rifiuti in eccesso e il Cermec, di cui sono soci i Comuni di Massa e Carrara, perché riusciva a operare quasi a completo regime, incassando risorse economiche che gli consentivano di rispettare i termini del concordato preventivo abbassando, al tempo stesso, la quota di conferimento a carico di Massa e Carrara. I cittadini dei due comuni, quindi, si evitavano un rincaro della tariffa sui rifiuti (la Tari), tradotto in ‘soldoni’.

La decisione della Regione, presa a distanza di 6 mesi dalla fine dell’accordo, rischia di far abbattere una scure pesante sui conti di Cermec e, a cascata, sui due Comuni e sui residenti. Non si parla di spiccioli: il flusso di rifiuti ha comportato per Cermec un fatturato complessivo di oltre 3 milioni di euro che ora potrebbero sparire dal bilancio. Qualcuno potrebbe ‘esultare’ per il minor carico di rifiuti da gestire in un impianto criticato spesso e volentieri per i cattivi odori che invadono le zone residenziali vicine, ma dal punto di vista economico potrebbe essere una disfatta. A meno che al Cermec non siano destinati altri flussi di rifiuti, provenienti dalla Toscana.

Ed è questa la partita da giocare ma che ancora non è chiara: il mandato della giunta fiorentina dipende, a quanto pare, dalle recenti inchieste che hanno riguardato l’Ato Toscana Sud, portando anche all’arresto, alla fine del 2016, dell’allora direttore generale. La delibera prende «atto delle criticità sopravvenute che stanno interessando alcuni impianti situati nel territorio regionale, connesse anche ad indagini in corso della magistratura», con il preciso obiettivo di riuscire a smaltire prima di tutto i propri rifiuti, prima di accoglierne da fuori. E’ tutto nelle mani della Regione, dunque, che sembra però aver preso al momento la decisione senza coinvolgere la dirigenza dell’impianto apuano che sarebbe venuta a conoscenza dei problemi soltanto durante le festività natalizie.