Caos e delirio al Cup dell’Asl: file di due ore per poi sentire il sistema non risponde

Terminali in tilt, sospese tutte le prenotazioni

Code al Cup

Code al Cup

Carrara, 23 marzo 2017 - L’urgenza era la discriminante. Adesso nemmeno più con la prescrizione di urgenza da parte del medico di base le prenotazioni all’Asl hanno un canale preferenziale. Se prima per un esame diagnostico si attendevano anche 18 mesi, adesso è la paralisi più completa. Non resta che arrendersi e andare da un privato. Registriamo il caso di Stefano, un nostro lettore che racconta l’odissea della moglie, malata oncologica, quindi con tuti i requisiti per ottenere una visita in un battibaleno. «Venerdì scorso – racconta Stefano – abbiamo telefonato al Cup per una gastroscopia e una mammografia oncologica. Avevamo l’impegnativa del medico che prescriveva l’urgenza, visto lo stato di malattia grave di mia moglie. Dopo 46 minuti di attesa al centralino ci hanno detto di richiamare perché al momento il sistema non funzionava. Abbiamo richiamato lunedì dove dopo una lunga attesa ci hanno riferito che il terminale era bloccato. Infine mercoledì ci siamo definitivamente arresi dal momento che al Cup ci hanno spiegato che il sistema non funzionava e che era del tutto bloccato. Non ci resta che rivolgerci al privato»: Idem per un’altra lettrice Arianna Antoniotti che sostiene che da lunedì, da quando è partito il nuovo sistema, è caos totale. «Da martedì al Cup di Avenza si è registrato il delirio – scrive Antoniotti –: due soli sportelli operativi, file dal mattino, con in media un centinaio di persone a cui accodarsi, attese di circa due ore per poter finalmente accedere allo sportello, e infine, una volta raggiunta la meta, sentirsi dire che “questo tipo di prestazioni non riesco a prenotargliele, il sistema me le rifiuta come errore.. e non so dirle il motivo”. E come posso fare quindi, considerando che al numero verde del Cup, da me chiamato ininterrotamente per due giorni, non risponde nessuno “causa l’elevata concentrazione di chiamate”? Eppure faccio notare che il medico curante ha indicato gli esami come urgenti. Un’alzata di spalle è ciò che ricevo in risposta.. Devo fare privatamente?». La lista si potrebbe allungare con tutti quei cittadini che non potendo ricorrere alle prestazioni private rischiano seriamente la morte. Si sta parlando di salute, uno dei veri motivi con cui non si può mai scherzare.

Tempo duri per i Cup dell’Asl. Se i cittadini protestano per liste d’attesa infinite e disservizi che vanno dal distributore dei biglietti alle file da far west, i dipendenti non intendono fare da interfaccia con tutto quello che non funziona nella sanità. Così con l’avvio del nuovo programma di prenotazione sono cresciuti i problemi per i 100 dipendenti che vi lavorano e che chiedono maggiore formazione adeguata. In una nota la Cisl- Fp chiede che la direzione Asl «chiarisca, perché questo comporta disservizi e code anche di 3-4 ore che non possono essere imputate al personale delle cooperative che diventano “capro espiatorio“ del nervosismo dell’utenza». Enzo Mastorci, segretario Cisl - Fo prosegue chiedendosi perchè «le cooperative non abbiano provveduto a una opportuna formazione del personale. Non sarebbe stato più opportuno un passaggio per gradi al nuovo programma in modo da poter affrontare le prestazioni urgenti? L’Asl avrebbe potuto informare su prevedibili disagi». A chiedere il potenziamento del personale e la formazione anche la Filcams Cgil. Così Sebastiano Salaro, riferendosi al nuovo programma parla di «giornate di ordinaria follia per i lavoratori delle aziende in appalto ai Cup. Problemi derivanti da un mal funzionamento del programma stesso e dalla poca formazione. Disservizi e mal funzionamento che gli operatori e le operatrici stanno cercando di gestire nel miglior modo possibile. Proprio per questo motivo auspichiamo in un aiuto degli utenti, vittime a loro volta di questo disservizio, ai quali chiediamo comprensione e pazienza. Il mal funzionamento, non dipende dagli operatori dei Cup – scrive Salaro –, ma da scelte scellerate e organizzate in modo non corretto dalla Regione. Quattro ore di formazione su un programma nuovo e non ancora a regime, in un servizio cosi delicato, sono poche. Chiediamo all’Asl e alle aziende in appalto di organizzare corsi più approfonditi per formare i lavoratori, in modo che possano dare risposte immediate agli utenti, che ogni giorno si presentano in gran numero agli sportelli». Ai disagi Salaro aggiunge il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale da più di 44 mesi e annuncia la manifestazione a Roma il 31 marzo.