E in spiaggia ora spunta il burkini. 'Hanno messo a disagio i bagnanti'

Una comitiva araba al 'Libeccio'. "Ma nessuno li ha trattati male"

Due bellissimi occhi neri dietro il velo usato dalle donne musulmane: imposizione o scelta?

Due bellissimi occhi neri dietro il velo usato dalle donne musulmane: imposizione o scelta?

Marina di Massa, 30 agosto 2016 - A prova di sguardo: in spiaggia, in mare e sotto la doccia le donne arabe, di fede musulmana, hanno indossato il burkini, il costume integrale sul quale è in corso un dibattito più caldo delle temperature agostane. E’ accaduto sul nostro litorale. Siamo a pochi chilometri dal centro, a Marina di Massa. Una giornata di vacanza, in piena estate, in spiaggia: sdraio, ombrelloni, pranzo in famiglia con marito e figli. Bagno in mare, relax, divertimento. Siamo allo stabilimento «Libeccio», uno dei più conosciuti del litorale massese gestito da Marco Giorgi con professionalità e quel pizzico di simpatia e cordialità in più che rendono la strutttura metà fissa non soltanto dei residenti, ma di turisti italiani, fiorentini, milanesi, parmensi, e stranieri. E il passaparola dell’accoglienza e della qualità del servizio è arrivato anche ad un gruppo di una quindicina di persone di nazionalità araba, che ha deciso di trascorrere un giorno al mare sul litorale massese scegliendo appunto il Libeccio. «Era un gruppo di una quindicina di persone – racconta Marco Giorgi, titolare dello stabilimento – un paio di famiglie con bambini. Hanno pagato la quota giornaliera. E le donne indossavano il burkini. Nessuno in spiaggia ha avuto nei loro confronti atteggiamenti sgradevoli. Ci mancherebbe la professionalità e la gestione di uno stabilimento balnerare si vede in questi momenti. Ma se devo essere sincero un po’ di imbarazzo e disagio lo abbiamo provato tutti...».

Perché disagio e imbarazzo?

«L’aspetto più curioso – spiega Marco Giorgi – è che gli uomini indossavano pantaloncini e maglietta: un abbigliamento normale come i bambini. Le donne invece indossavano il burkini e le bambine erano vestite. Gli uomini hanno consumato anche la birra. Insomma una situazione anomala. Le donne hanno fatto il bagno in burkini e anche la doccia. Era impossibile non osservarle. Ma ripeto: nessuno ha mancato loro di rispetto. E loro non sembravano assolutamente in difficoltà. Erano i miei clienti abituali a provare un disagio a mio parere comprensibile».

Ci faccia un esempio concreto.

«Se in banca entra un persona con il casco, al di là che possa trattarsi di un rapinatore, il disagio è naturale, perché in banca con il casco non si entra e così è stato quando ci siamo trovati davanti quelle donne che erano al mare vestite e che prendevano il sole, senza avere problemi di altra natura, vestite. Oltrettutto queste persone vivono a Parma».

Disagio e imbarazzo che vengono descritti con grande chiarezza da un cliente affezionato dello stabilimento balneare Libeccio che ha lavorato per anni in Arabia. Racconta Gualberto M., fiorentino, che trascorre le vacanze sul litorale. «Ho lavorato per anni in Sudan ed in Arabia. E ricordo perfettamente che mia moglie doveva rispettare le regole, senza possibilità di deroghe. E questo dovrebbe accadare anche alle persone che scelgono di vivere nel nostro Paese, dovrebbero adeguarsi alle regole e consuetudini italiane. Invece non è accade così». Uno scatto fotografico ha dunque ‘fissato’ l’estate in burkini a Marina: uno scatto che ha immortalato il dibattito acceso dell’estate 2016.