Una discarica al posto del parco. "Rifiuti ed eternit vicino a scuola"

Aulla, l’allarme dei genitori. "Inascoltate le nostre denunce"

L’edificio delle ex scuole nel degrado fra eternit e vecchie auto

L’edificio delle ex scuole nel degrado fra eternit e vecchie auto

Aulla (Massa Carrara), 20 maggio 2017 - Arrivi alle vecchie scuole di Aulla e lo spettacolo è tremendo, indegno. Rifiuti abbandonati, un mucchio di lastre in eternit, erba alta e soprattuto la porta del cantiere aperta. In questo modo ogni persona può entrare ed essere in pericolo. E pensare che lì vicino studiano i ragazzi del Classico e c’è pure la biblioteca.

Ad Aulla, la zona alla confluenza del torrente Aulella col fiume Magra, sarebbe dovuta diventare un bel parco con vista sul fiume. Nel progetto originario dell’argine, che prevedeva un patrio fluviale, in quel punto ci sarebbero dovute stare panchine, una pista ciclabile, fioriere e una sorta di punto panoramico per osservare i due fiumi. Al momento, invece, c’è solo l’argine e i lavori in corso. Quella era stata una zona colpita duramente dall’alluvione del 25 ottobre 2011 e ne restano ancora i segni. Un esempio? Una macchina arrugginita e tutta accartocciata, trascinata dalla furia della corrente. Si trova ancora lì. Una parte delle vecchie scuole è stata demolita, ma una parte, piuttosto grande, è ancora in piedi e non fa certo una bella impressione. Basta oltrepassare l’edificio dell’ex scuola «Micheloni», ora sede del liceo classico e della biblioteca, per vedere lo spettacolo: lì a terra, fuori dal cantiere, un bel mucchio di lastre di eternit.

Un genitore, alcuni giorni fa, ha fatto la segnalazione ai vigili urbani e alla Asl, ma le lastre si trovano ancora lì. "Ho fatto alcune foto e denunciato la situazione – ha detto – ma non è ancora intervenuto nessuno. Non è salubre per i ragazzi lasciare l’eternit vicino alle scuole e alla biblioteca".

Difficile sapere da dove provenga quel materiale nocivo. Se poi si varca il cancello del cantiere, è ancora peggio. Lo scheletro del palazzo danneggiato dall’alluvione è ancora in piedi, le finestre sono rotte e sui muri ci sono le scritte. Secondo il progetto originario anche quell’edificio doveva andare distrutto e poi smaltito, invece è ancora lì. Se si salgono le scale che un tempo portavano alla biblioteca, si vedono pure fili della luce a penzoloni. Poco più avanti, dietro l’edificio, l’erba è alta, ci sono cumuli di rifiuti abbandonati e il degrado è evidente. Il progetto dell’argine non è ancora finito, ne è stato completato solo il primo lotto, ma di certo quello non è il punto panoramico della città, come era stato promesso.

Monica Leoncini