Assunzioni, indagata la giunta: Zubbani, Vannucci, Benedini, Bernardini e Andreazzoli

Si ipotizza l'abuso di ufficio per quattro dirigenti

Il Comune

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Carrara, 26 maggio 2017 - Abuso d’atti di ufficio:la vecchia giunta indagata per l’assunzione di quattro dirigenti. La Procura ha concluso le indagini preliminari su un procedimento penale a carico della prima giunta Zubbani per abuso d’atti di ufficio. Il «fattaccio» sarebbero le assunzioni, in difformità dalle normative che regolano il pubblico impiego, di quattro dirigenti. In sostanza nel mirino della Procura sono finiti il sindaco d Angelo Zubbani, Andrea Vannucci, allora vicesindaco, Giovanna Bernardini, assessore alla Cultura, Dante Benedini, assessore ai Lavori pubblici e Giuseppina Andreazzoli, assessore al Bilancio la delibera di assunzione di quattro dirigenti con nomina diretta e fiduciaria. Si tratta dell’attuale comandante di Polizia municipale Paola Micheletti, della dirigente ai Servizi Sociali Daniela Tommasini, del dirigente al Marmo Marco Tonelli e del dirigente al personale Stefano Pennacchi. Secondo il procuratore Aldo Giubilaro tali dirigenti avrebbero lavorato a palazzo civico per un determinato periodo senza regolare regolare concorso pubblico. «Una situazione – hanno spiegato dal Comune – che presto fu sanata. Era nelle disponibilità della giunta assumere secondo chiamata diretta un certo numero di dirigenti. Poi – assicurano da palazzo civico – la normativa sul pubblico impiego e sulle assunzioni è cambiata per cui tutti i dipendenti di palazzo dovevano passare da un regolare concorso pubblico». Da qui la gara per l’assunzione vinta da tutti i dirigenti in questione la cui posizione è stata presto regolarizzata rispetto alla nuova normativa». Così Tommasini ebbe il suo incarico a tempo determinato, mentre a Micheletti e Pennacchi il concorso dette diritto al posto da dirigente, che già ricoprivano, a tempo indeterminato. «Una situazione – viene spiegato – che l’attuale amministrazione trovò in parte già esistente dalla giunta precedente e che appena è stato possibile ha sanato con un regolare concorso». Ricordiamo – è la spiegazione che venne data più volte dall’amministrazione all’opposizione che contestava le nomine – che la normativa prevedeva che una certa quota di dotazione organica di palazzo civico potesse essere assunta con incarichi fiduciari senza alcuna selezione pubblica