La mamma ruba i soldi della ditta e li versa nella società del figlio

Una storica dipendente della Cogemar avrebbe sottratto 2,5 milioni

CRISI La Cogemar in concordato: ha dovuto subire anche gli ammanchi di cassa da parte dell’ex segretaria

CRISI La Cogemar in concordato: ha dovuto subire anche gli ammanchi di cassa da parte dell’ex segretaria

Carrara, 15 aprile 2015 -  LA FIDUCIA era talmente tanta nei confronti della storica segretaria amministrativa che nessuno avrebbe mai immaginato che potesse compiere operazioni illecite e in azienda nessuno si era accorto che nell’arco di cinque anni, dal 2005 al 2010 erano spariti circa 2,5 milioni di euro. Un ammanco di liquidità che poi, assieme alla crisi predominante del granito, aveva portato sull’orlo del fallimento una delle aziende più note del comprensorio, la Cogemar, diretta da Gianfranco Giusti e Lino Colombani e che si era guadagnata, grazie alla serietà e alla professionalità, importanti commesse in tutto il mondo. Il concordato preventivo omologato dal tribunale nel 2013 aveva evitato il crac ma purtroppo le conseguenze sul piano occupazionale erano state ugialmente devastanti con il licenziamento di una quarantina di dipendenti. Nasce da questa serie di prelievi illeciti, liquidità dell’azienda, sfociata con la denuncia per appropriazione indebita e il successivo patteggiamento ad un anno e sei mesi da parte dell’ex segretaria, il processo a carico del figlio della donna, Michele Rappelli che deve difendersi dalle accuse di riciclaggio ed evasione fiscale.

Ieri in tribunale, davanti al collegio composto dal presidente Giovanni Sgambati e dai giudici a latere Fabrizio Garofalo e Elisabetta Congiusta (pm Dello Iacono) si è svolta un’udienza lampo per ascoltare un teste, un maresciallo della guardia di finanza che aveva condotto le indagini. Una deposizione però che il tribunale vuole approfondire per cui il maresciallo sarà risentito alla prossima udienza. L’imputato nella scorsa udienza aveva spiegato ai giudici di non sapere nulla della vicenda e che tutta la contabilità anche della sua ditta, la Manuel sas, la teneva la madre. La donna, secondo le accuse, avrebbe versato sui conti correnti della ditta del figlio, circa 2,5 milioni di euro prelevandoli illecitamente dalla cassa della Cogemar per cui lavorava come addetta alla segreteria amministrativa. Oltre ai bonifici, l’ex segretaria avrebbe versato alla Manuel anche assegni della stessa Cogemar. La madre dell’imputato è uscita dal processo col patteggiamento.