Lo chef all'opera
Massa, 1 marzo 2015 - BIANCO, al latte, surfin, extra bitter, amarissimo. In tavolette, trasformato in vere e proprie sculture – dalle paperelle alle scarpette, dalle manette al pallone da calcio – in praline, fuso. In piazza Aranci, da venerdì scorso e fino a stasera, c’è “Chocomoments’’, festa del cioccolato artigianale, voluta in città da Confesercenti Toscana Nord e il centro commerciale naturale Massa da Vivere. In pochi riescono a resistere, bambini piccolissimi che si innamorano del cioccolato in versione tablet e uomini adulti che affogano dentro una tazza di cioccolata calda.
C’ERA il tutto esaurito ieri in piazza Aranci ad ammirare le creazioni dei migliori maestri cioccolatieri,ad acquistare creme e praline e c’era il tutto esaurito al laboratorio tenuto dallo chef patissier Domenico Spadafora, star del programma tv di Rai 2 “Detto Fatto”. Spadafora ha spiegato a grandi linee come ‘nasce’ il cioccolato e quanti tipi ne esistono, ha preparato dei cioccolatini – che poi sono stati gustati dal pubblico – ed ha rivelato alcuni segreti. «Il cioccolato non andrebbe conservato in frigorifero – ha spiegato mentre temperava un enorme quantità di cioccolato fondente – perché l’umidità gli ‘accorcia la vita’. Va conservato a 15 gradi, così non perde né il gusto né la morbidezza». Consiglia lo stampo in policarbonato perché «quello in silicone fa correre il rischio di spaccare il cioccolatino» e ricorda, sopratutto ai bambini, che «il cioccolato non si mangia, si degusta».
IL FASCINO (e il gusto) del ciocco ha ammaliato anche i più piccoli che incuriositi e divertiti hanno partecipato anche ad un laboratorio rigorosamente a base di caca ed hanno visto la macchina per la macinazione delle fave di cacao e per la lavorazione del cioccolato in azione, mentre gli adulti, con il Choco Word Educational, scoprivano le origini del cacao e tutte le fasi di lavorazione. “ChocoMoments a Massa” non è, tuttavia, solo una mostra-mercato del cioccolato, ma è anche un modo originale per promuovere la cultura lavorato seguendo protocolli rigidi e con materie prime di altissima qualità. Perché «il cioccolato buono fa bene». Parola di chef patissier.