Martedì 23 Aprile 2024

Camera di commercio, Giubilaro accusa: "Dovrebbero stare tutti in galera"

Ricorso in appello per la carcerazione di Ricci, Ravecca, Beverini, Cordiviola e Narra

Camera di commercio, i vertici dell’ente sotto inchiesta

Camera di commercio, i vertici dell’ente sotto inchiesta

Carrara, 13 dicembre 2014 - "Secondo me dovrebbero andare in galera". Così il procuratore capo Aldo Giubilaro ieri mattina ha discusso in appello la richiesta di misure cautelari per le cinque persone indagate nel pasticciaccio brutto della Camera di commercio che vede indagata una serie di amministratori e vertici. Secondo il magistrato, Norberto Ricci, ex presidente dell’ente di piazza due Giugno, Alessandro Beverini, segretario, Francesca Cordiviola, direttore amministrativo, Alberto Ravecca già segretario e Maurizio Narra, presidente del consiglio di ammnistrazione della dell’Agenzia energetica della provincia, sarebero colpevoli di peculato, associazione a delinquere e abuso d’ufficio. Così ieri il procuratore è stato a Genova per discutere l’appello e opporsi alla decisione del gip Antonia Aracri che non ha accolto la richiesta di misure cautelari in carcere formulata dal pubblico ministero Rossella Soffio.

"Secondo me dovrebbero stare tutti in carcere – ha dichiarato il procuratore Giubilaro – perchésussistono due delle tre condizioni indispensabili: essi potrebbero inquinare le prove e reiterare il reato. Tutti questi soggetti sono più o meno a diverso titolo ancora attivi nei pubblici uffici per cui potrebbero continuare a nuocere, oltre che a depistare le indagini delle fiamme gialle".

Durissime le accuse della Procura che per il quintetto di colletti bianchi ha previsto ipotesi di reato che vanno dal peculato all’associazione a delinquere all’abuso d’ufficio. Si tratta di un’inchiesta che si rifà a fatti che risalgono al 2011 quando la Camera di commercio decise di realizzare un impianto fotovoltaico per il Museo del marmo che secondo la pubblica accusa costò il doppio del necessario. L’impianto sarebbe costato 198mila euro, mentre la Camera pare abbia sborsato ben 450mila euro. Secondo le tesi accusatorie della Procura i vertici della Camera di commercio avrebbero modificato il piano annuale dei lavori del 2011 inserendo l’impianto in questione e disponendo di procedere all’installazione. Se i vertici di Eams hanno, secondo l’accusa, approvato la realizzazione dell’impianto, la Cordiviola, da parte su e, avrebbe materialmente firmato la falsa determinazione prevedendo la spesa per l’installazione e sottoscritto in toto il contratto. A quel punto Eams avrebbe emesso fatture che Norberto Ricci liquidò per un totale di 402mila ero.

Con essi sono finiti nell’indagine ,portata avanti dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, anche Gianfranco Oligeri, Anselmo Ricci, Alessandro Caro, Andrea Ghirlanda, componenti della giunta camerale, Gino Fusco, Norberto Petriccioli e Gianfranco Castrovinci che invece fanno parte del cda i primi, direttore generale l’ultimo, dell’Eams.

La Corte di Genova, dopo aver ascoltato ieri mattina le motivazioni di ricorso della Procura, si è riservata la decisione per i prossimi giorni.