Pausa caffè: dipendenti comunali in rivolta

Sit-in con assemblea: nel mirino Volpi e il segretario generale per il giro di vite sulle uscite per andare al bar

Dipendenti comunali timbrano il cartellino

Dipendenti comunali timbrano il cartellino

Massa, 30 ottobre 2014 - A PALAZZO CIVICO è guerra aperta tra i dipendenti da una parte e i vertici politici e amministrativi dall’altra. Martedì 4 novembre il sindacato (una volta tanto unito) organizzerà un sit-in con assemblea nell’atrio del municipio. E chiederà la presenza della stampa, per denunciare le scelte del sindaco Alessandro Volpi e del segreario generale Giancarlo Bedini. A questa prima protesta potrebbero seguirne altre e non si esclude il ricorso allo sciopero. Ma vediamo com’è nata la decisione di scendere in piazza.

Ad «accendere la miccia» della rivolta è stato, com’era largamente prevedibile, l’atto con cui in pratica Bedini richiama tutti i dipendenti (in primis i dirigenti) a lavorare meglio e di più. Per intenderci: è il testo che vieta una serie di comportamenti, comprese le uscite giornaliere per prendere il caffè. Sollecitati da molti lavoratori, martedì i 12 delegati eletti nell’Rsu si sono incontrati e hanno discusso una prima risposta al segretario generale e alla stessa amministrazione. Ieri hanno messo il testo nero su bianco e, a sorpresa, erano tutti d’accordo: sia i rappresentanti della Cisl (il sindacato maggioritario, con 6 rappresentanti) che quelli della Cgil (3) della Uil (2) e del sindacato autonomo (1). Il testo è stato inviato all’amministrazione comunale ieri pomeriggio e oggi sarà diffuso tra i dipendenti e consegnato alla stampa.

E’ una sorta di ultimatum approvato da tutti i delegati: Anna Maria Mosti, Caterina Conti, Lucia Bigini, Fabrizio Alibani, Luca Pantera, Rita Alberta Bigini, Giovanni Pasqualini, Paolo Fabbri, Pierpaolo Nani, Mariangela Cosenza, Carlo Mariani e Fabio Rossi. Secondo i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e del sindacato autonomo, la giunta Volpi e i dirigenti hanno offeso tutti i 407 dipendenti comunali. «Siamo stati esposti al ridicolo — tuona un sindacalista — invece siamo sotto organico e lavoriamo duramente per tappare i vari buchi. Malgrado questo, ora siamo sottoposti a questo nuovo attacco. E’ una vera aggressione del tutto ingiustificata. Ci sentiamo offesi. I tagli non hanno riguardato solo i politici. Hanno colpito soprattutto noi lavoratori».

E’ interessante notare che dopo l’atto di indirizzo firmato dal segretario, tra sindacati, amministrazione comunale e dirigenti non c’è stato alcun contatto formale. Il primo cittadino ha iniziato ad incontrare i singoli «settori» il cui è diviso il Municipio ma non ha visto i delegati sindacali. «Ha iniziato il giro dei settori da una decina di giorni - conclude il sindacalista — incontrando i dirigenti e diversi dipendenti ma per adesso non ha avuto tempo di vedere anche il sindacato».

LA NOTA d’indirizzo che il segretario generale Gianfranco Bedini ha inviato a tutti i dirigenti è comunque assai più di un “giro di vite” sulla pausa caffè. E’ un richiamo a tutto tondo ai doveri legati al ruolo di dipendenti pubblici, a partire da una constatazione: il «funzionamento della macchina comunale — ha scritto il segretario — spesso non rispondenti ai livelli di qualità richiesta e anzi di un suo perdurante stato di oggettiva inadeguatezza rispetto alle sfide di oggi sotto diversi profili, come nel modo di rapportarsi alla missione e alla visione dell’amministrazione, nel modo di esercitare il compito assegnato e di relazionarsi con gli utenti e con i bisogni della città e nell’approccio alle priorità e alle urgenze di volta in volta presenti». Parole pesanti, che mettono in rilievo «disservizi, disagi e ritardi nel perseguimento degli obbiettivi».

La struttura, insomma, è inefficiete e occorre cambiare passo, a partire dai dirigenti che da un lato devono mettere in grado i dipendenti di lavorare proficuamente, lavorando profucuamente loro per primi, e dall’altro devono sanzionandone con “tolleranza zero” eventuali comportamenti scorretti. Da qui le indicazioni di Bedini, che vanno dal dovere di correttezza nei rapporti con i cittadini utenti all’esigenza di rispettare l’orario di lavoro evitando inopportune uscite per motivi personali se non autorizzate e timbrate come tali (dalla pausa caffè alla... spesa) fino alla necessità di che i dirigenti organizzino riunioni settimanali, settore per settore, per assicurarsi che il lavoro proceda come è necessario e rimuovere eventuali criticità.

Andrea Luparia 

Anna Pucci