Alluvioni, ecco la mappa del rischio nella zona di Massa

L’elenco delle aree che potrebbero essere allagate in caso di violente precipitazioni contenuto nelle tavole allegate al Piano della protezione civile DI FRANCESCO SCOLARO / COS'E' UNA BOMBA D'ACQUA?

La tavola del rischio idraulico contenuta nel Piano di protezione civile del Comune di Massa (dal centro alla costa)

La tavola del rischio idraulico contenuta nel Piano di protezione civile del Comune di Massa (dal centro alla costa)

Massa, 6 novembre 2014 - Tutta la città, dalle montagne al mare, è in pericolo in caso di pesanti precipitazioni. Le due carte del rischio, quello idraulico e quello geologico, allegate all’ultima versione del 2013 del piano di protezione civile del Comune di Massa, mettono in luce un territorio estremamente fragile: nella zona di costa, dal centro storico fino al lungomare, edifici e vie di collegamento si trovano almeno al secondo livello di rischio per allagamenti ed esondazioni ma ci sono zone in cui la criticità è elevatissima; le aree collinari e montane e ancora la costa invece sono soggette a al rischio geologico, per frane, smottamenti e dissesti. Se si sovrappongono le due mappe si ottiene uno scenario inquietante.

La relazione del piano di protezione civile è chiara: «Gran parte delle aree a pericolosità idraulica molto elevata presenti si possono verificare esondazioni anche con tempi di ritorno inferiori a 30 anni». Poi c’è lo scenario peggiore, quello che prevede piogge intense e prolungate capaci di creare un evento alluvionale con tempo di ritorno di 200 anni, quindi molto raro ma possibile. Un evento di questo tipo secondo il piano potrebbe «provocare l’esondazione di tutti o gran parte dei corsi d’acqua che scorrono nella pianura costiera, compresi fra il torrente Lavello (confine con Carrara) e il Fosso del Sale (confine con Montignoso)». Anche il Frigido potrebbe esondare nella zona di costa. Per evitare un evento del genere devono essere realizzate opere per decine di milioni di euro, su tutto il territorio. Tra l’altro la carta del rischio idraulico è stata rielaborata quest’anno e prevede scenari ancora più pericolosi soprattutto per la costa: il documento è in attesa dell’approvazione da parte della Regione Toscana.

Le aree più soggette a eventi alluvionali sono quelle definite di «pianura alluvionale»: aree che un tempo erano insomma paludi, bonificate e cementificate nel corso degli anni. Fosso del Sale, Torrente Canalmagro e Fescione, fosso Poveromo, fosso Magliano, Frigido, fosso Brugiano, Ricortola, fosso Cocombola, Canale della Foce e il Fosso Lavello sono «le aste idriche più a rischio esondazione» e tutte le zone urbanizzate costiere, Poveromo, Ronchi, Marina di Massa, Bondano, Ricortola, e Partaccia, sono zone «a rischio idraulico elevato o molto elevato». Il Ricortola può «dar luogo ad esondazioni anche nella zona industriale e in località Alteta», mentre Cocombola e Canale della Foce nella zona del Candia possono esondare a Romagnano, Castagnara e Mirteto, densamente abitate. E anche il Magliano rischia di allagare le aree vicino all’autostrada in località Le Polle-Volpina, a San Cristoforo e Sei Ponti.

Il grado di sicurezza, secondo i modelli matematici, è davvero molto basso. Per gran parte di questi fiumi infatti non servono eventi eccezionali per causare esondazioni visto che alcuni di loro non risultano idonei al deflusso delle portate «nemmeno per tempi di ritorno di 30 o 20 anni» secondo il documento redatto dal Comune.

La relazione riporta poi anche alcuni degli eventi alluvionali che hanno segnato in negativo la storia del nostro territorio. Il 13 novembre 1982 un evento meteorico eccezionale, che seguiva giorni di continuate piogge, oltre a causare la disastrosa frana di Forno portò ad un ingrossamento del Frigido e ad alluvioni in tutta la vallata. Il 19 giugno 1996 si verificò una alluvione-lampo sull’Alta Versilia, concentrata nella zona di Stazzema e Cardoso sul versante versiliese, e Fornovolasco sul versante Garfagnino. Nell’area a mare del Comune di Massa vi furono ripercussioni sui corsi d’acqua più a sud, dovute a circa 106 mm di pioggia misurati in due ore e mezza. Fra dicembre e gennaio 2010 le piogge eccezionali causarono, oltre a lievi dissesti sui versanti, esondazione di alcuni corsi d’acqua minori nelle aree a mare; il Torrente Ricortola è il corso d’acqua che esondando ha causato più danni, costringendo all’evacuazione alcune famiglie. Fra il 31 ottobre e il primo novembre 2010 il tragico evento alluvionale durante il quale morirono tre persone: Nara Ricci e il figlio Mattia, di tre anni, rimasti sotto una frana nella loro abitazione a Lavacchio, a Mirteto morì Aldo Manfredi, travolto da uno smottamento. Le piogge causarono inoltre centinaia di frane e dissesti su più versanti, esondazioni e allagamenti nella zona di costa.

Le tavole dei rischi e il piano di protezione civile sono disponibili sul sito del Comune di Massa, al link http://www.comune.massa.ms.it/pagina/piano-comunale-di-protezione-civile.

Francesco Scolaro