Acqua amara

Buona domenica

Franco Antola

Franco Antola

Massa, 29 marzo 2015 - Vivere nell’ansia che da un giorno all’altro ti stacchino la fornitura dell’acqua perché non puoi pagare la bolletta. Può succedere. La crisi ha colpito duro e molte famiglie non sono in condizione di saldare il conto con Gaia. La cronaca racconta che a Massa i problemi legati al pagamento dell’erogazione idrica ha assunto dimensioni insostenibili, una vera emergenza e per questo si chiedono da più parti adeguati «ammortizzatori sociali». Cioè, misure meno dure in caso di morosità. Per questo quello che è successo, oltre che una beffa amarissima, rappresenta uno scandalo. Centotrentasette avvisi di distacco sono finiti fra i rifiuti perché chi doveva consegnarli ai destinatari se ne è disfatto sbrigativamente. Gaia ha annunciato che intende far luce sulla vicenda: auspichiamo che ciò avvenga in fretta, anche per evitare che in futuro casi del genere possano ripetersi. La responsabilità, pare di capire, non è attribuibile al gestore, ma alla società incaricata della notifica degli avvisi e sono arrivati anche i primi provvedimenti disciplinari. Resta il fatto che oltre cento persone sono state private, almeno teoricamente, della possibilità di pagare in extremis il dovuto, perché non hanno mai saputo della scadenza del termine per mettersi in regola col pagamento: quel termine era infatti scritto negli avvisi finiti fra i rifiuti. E poco importa che nessuno di quei 137 utenti, come assicura Gaia, abbia subito il distacco per morosità. Le lettere abbandonate in strada, alla mercé di qualunque curioso, sono una inaccettabile violazione del diritto alla privacy, e anche su questo fronte qualcuno ha annunciato azioni legali. Staremo a vedere come andrà a finire.

Nei giorni scorsi erano stati segnalati altri casi del genere. Episodi isolati, si disse. Si scopre ora che la situazione era molto più grave. Tutto questo è la prova che il problema-acqua ha assunto una valenza che impone una seria riflessione a livello politico. Recenti statistiche dicono che non è a Massa che si beve l’acqua più cara in assoluto (c’è Firenze, in testa alla classifica) ma anche da noi i problemi non mancano, se è vero che deteniamo il record in fatto di dispersioni, attribuibili ad una rete obsoleta, in molti tratti ridotta a un colabrodo. Enormi quantitativi d’acqua vanno perduti e questo non può non influire sulle bollette, aggravando una situazione economica pesantemente segnata dalla crisi. Sono lì a dimostrarlo i dati sull’occupazione diffusi lunedì scorso dalla Regione. L’acqua, di cui paradossalmente il territorio apuano è ricchissimo, con le sue fonti dalle qualità universalmente riconosciute, non può e non deve diventare un problema. La risposta, certo, non può venire solo da Massa, dovendosi ragionare, su questo tema, in termini comprensoriali. Massa, dove le tensioni e i disagi sociali sono stati più forti, non può però rinunciare a promuovere una seria riflessione con gli altri comuni per trovare soluzioni all’emergenza. L’acqua non può essere solo un terreno di scontro e di speculazioni politiche. Sarebbe, questa, la peggior risposta a chi vive nell’incubo di vedersi sigillare il contatore. Buona domenica.