Martedì 23 Aprile 2024

E' morto Henning Mankell, 'papà' dell'ispettore Wallander

Il giallista svedese, famoso in tutto il mondo, aveva il cancro: si è spento nel sonno nella sua casa di Goteborg. Aveva appena 67 anni

Henning Mankell (Afp)

Henning Mankell (Afp)

Goteborg (Svezia), 5 ottobre 2015 - Addio a Henning Mankell, il 'papà' - o alter ego? - del mitico, geniale e umanissimo ispettore Wallander. Lo scrittore di gialli svedese è morto ad appena 67 anni: si è addormentato e non si è svegliato più. Da anni era malato di cancro. Ad annunciare la sua morte è stato il suo editore: "E' morto nel sonno questa mattina" a Goteborg, ha spiegato sul suo sito la casa editrice Lepard, della quale l'autore è stato co-fondatore nel 2001.  Il comunicato continua: "Henning Mankell era uno dei più grandi autori svedesi del nostro tempo, amato dai lettori in Svezia e in tutto il mondo".

E in effetti la collezione di romanzi noir sull'ispettore di polizia Wallander hanno portato l'autore alla notorietà internazionale. Il suo personaggio è stato interpretato, in una serie della Bbcm, anche dall'attore e regista Kenneth Branagh (GUARDA IL TRAILER), anche se molti lettori, dopo aver sbirciato la foto di Mankell sulla quarta di copertina, non hanno potuto fare a meno di immaginarsi Wallander col suo volto, lo sguardo bonario ma insieme acuto, la sua stazza e i capelli bianchi svolazzanti. Certo è che proprio la serie "Wallander" - che ha vinto numerosi premi in tutto il mondo - ha contribuito al successo del giallo scandinavo, diventato quasi un 'sottogenere' a parte.

Il giallista viveva tra la Svezia e il Mozambico. Ha pubblicato 40 tra gialli, testi teatrali e novelle per bambini, vendendo 40 milioni di copie in tutto il mondo.  

Il male che lo divorava non era un mistero per lettori e fan: lo stesso Mankell ha rivelato di avere il cancro a gennaio 2014, specificando anche di averlo scoperto mentre veniva curato per un'ernia al disco.   L'autore è anche salito sulla flottiglia che, nel 2010, cercò di forzare il blocco israeliano a Gaza.  Era sposato con Eva Bergman, 70 anni, figlia del grande regista cinematografico Ingmar Bergman.

TESTAMENTO MORALE - In alcune delle opere più recenti Mankell ci lascia, come le briciole di pane per Pollicino, alcuni indizi - è il caso di dire - che spiegano più di tanti critici la sua anima di autore. Ad esempio, nell'introduzione a 'Piramide', Mankell scrive: "ho capito che il sottotitolo della serie (di Wallander, ndr) doveva essere i romanzi dell'inquietudine svedese". E ancora: "Questi romanzi, in fondo, pur nella loro varietà, hanno sempre girato intorno a un unico tema: che cosa è successo negli anni novanta allo Stato di diritto? Come può sopravvivere la democrazia se il fondamento dello Stato di diritto non è più intatto? La democrazia ha un prezzo che un giorno sarà considerato troppo alto e che non vale più la pena pagare?".

Poi c'è il romanzo 'L'uomo inquieto' (che è chiaramente Wallander e quindi forse Mankell), mentre in 'Assassino senza volto' si spiega così la testarda sete di giustizia del protagonista: "Il concetto di giustizia non significa solo che le persone che commettono reati vengano condannate. Significa anche non arrendersi mai".

LA VITA - Nato a Stoccolma il 3 febbraio 1948, Mankell lascia la moglie Eva Bergman, figlia del regista Ingmar Bergman, sposata nel 1998. Storico attivista di sinistra, ha partecipato alle proteste del '68 contro la guerra del Vietnam, la guerra coloniale portoghese e il regime dell'aparteid in Sud Africa. Esponente pro-Palestina, nel 2010 era a bordo della Freedom Flotilla quando il 31 maggio 2010 fu abbordata dalla Marina militare israeliana: rimase illeso negli scontri che seguirono, che provocarono 9 morti, e al ritorno in Svezia chiese sanzioni internazionali per Israele. Era anche un filantropo: nel 1985 ha fondato il teatro Avenida a Maputo in Mozambico, dove trascorreva buona parte del suo tempo. Ha fondato la casa editrice Leopard proprio per supportare giovani talenti africani e svedesi. Ha fatto donazioni imponenti a organizzazioni benefiche tra cui un versamenti di 15 milioni di corone svedesi (circa un milione 500mila euro) all'ente Sos Villaggi dei bambini per supportare un villaggio in Mozambico.  Il 2 giugno 2008 gli è stata conferita la Laurea honoris causa dalla Saint Andrews University in Scozia.