Voglia di osare, non hai età

Il caposervizio Remo Santini

Il caposervizio Remo Santini

Lucca, 28 giugno 2015 - "Non li ascoltare, continua per la tua strada: cambia, sperimenta. Poi, attraverso  il tuo lavoro al giornale, critica spesso: perché ce n’è bisogno. Pensa sempre che in questa città dare una scossa è fondamentale, in tutti gli ambienti, nessuno escluso». E’ una delle frasi che mi ha colpito di più nella vita, e che ho avuto la fortuna di sentirmi rivolgere tante volte da una persona speciale. A sorprendermi non erano tanto le parole, che ovviamente condividevo in pieno, ma soprattutto chi me le rivolgeva: non un coetaneo, oppure un amico fraterno di quelli con cui hai condiviso gran parte dell’esistenza, né un membro di famiglia: a sottolinearmi sempre questo concetto ogni volta che lo incontravo, era un signore di 90 anni o giù di lì, che avevo conosciuto da poco tempo. Un uomo dalle spalle talmente larghe, che avrebbe potuto starsene tranquillamente in silenzio a vedere quello che succedeva, senza bisogno di fare il rivoluzionario. «Forza - proseguiva col il sorriso sulle labbra - non ti abbattere se ti attaccano, mai mollare». Sarete curiosi di sapere chi fosse. Ve lo dico, anche se mi dispiace rivelarne l’identità ora che non c’è più: perché avrei dovuto rendergli questo omaggio quando era vivo, invece non ne ho mai avuto l’occasione. O, a pensarci bene, in realtà mi è sempre mancato il coraggio. 

Lui era il marchese Pietro Mazzarosa. Chi di voi non lo ha conosciuto direttamente, sicuramente ne avrà sentito parlare. Nobile e patrizio di Lucca, aveva cominciato l’attività con le imprese agricole e poi era diventato proprietario di un grande patrimonio immobiliare. Ma al contempo è sempre stato impegnato nel sociale, attraverso la Misericordia e non solo. Quei discorsi che mi rivolgeva, si riferivano tanto al mio ruolo di giornalista (che seguiva da attento lettore) quanto al periodo della presidenza del Rotary: dove la voglia di imprimere un certo cambiamento ad un Club che doveva mettersi al passo con i tempi, da molti non veniva visto di buon occhio. Invece lui mi incitava a lavorare per una svolta. Tra le tante testimonianze su che grande personaggio fosse, mi ha colpito quella di Samuele Cosentino. «Ero un ragazzino squattrinato, avevo tante idee, ma poca possibilità di realizzarle - racconta su Facebook -. Ci voleva qualcuno che credesse nei giovani e regalasse loro la fiducia necessaria. Trovai il Marchese Mazzarosa, e grazie anche a lui ho aperto la mia prima attività di somministrazione in città, e ne ho fatto la mia vita. Un vero uomo del passato senza paura e pregiudizi, pronto a costruire il futuro».    Innovare fa sempre paura. Così come scommettere. Noi lucchesi ne siamo la testimonianza diretta. Il conservatorismo lo mangiamo a colazione, pranzo e cena: a parole vorremmo rivoluzionare tutto, poi di accontentiamo di lamentarci e basta. Ma la storia di Pietro Mazzarosa deve insegnarci che non c’è un confine o un limite a cui dobbiamo sempre e per forza attenerci, e che un pensiero moderno e aperto, può albergare più nella mente di un novantenne che in quella di chi non ha ancora superato i fatidici “anta”, oppure ha 20, 30, 50 o 60 anni. Caro marchese, permettici di salutarti con un grande abbraccio. Ci hai dato una lezione di cui faremo tesoro: la voglia di cambiare, e osare, non ha davvero età.