Lucca, 21 ottobre 2014 - Una Usl unica con Lucca, Livorno, Pisa, Massa Carrara e Viareggio. E’ quanto accadrà se andrà in porto la proposta del presidente della Regione Enrico Rossi di passare da 16 a tre aziende sanitarie, avendo come punto di riferimento i poli universitari di Firenze, Pisa e Siena. Un’autentica «rivoluzione». Che arriva all’indomani dei tagli di Renzi alle regioni. Rossi ha raccolto la sfida ed ha ipotizzato una riorganizzazione della sanità toscana basata su aree vaste. Oltre a quella che possiamo definire della Costa, dove appunto confluirebbe Lucca, un’altra sarebbe quella della zona metropolitana: Firenze, Prato, Pistoia ed Empoli. Mentre la terza riunirebbe Siena con Arezzo e Grosseto. «Dopo i tagli decisi dal governo - ha spiegato Rossi - per salvare la sanità pubblica e per tutti, ho proposto una rivoluzione della sanità toscana che prevede di intensificare la lotta agli sprechi, di riorganizzare il servizio in tre aziende sanitarie-ospedaliere-universitarie al posto delle attuali 16, di richiedere un contributo significativo ai ceti medio alti sulle prestazioni sanitarie, di rimettere al centro l’appropriatezza e l’eticità delle cure».
Aggiungendo poi: «Allo stato attuale è insensato che l’assistenza sanitaria sia resa gratuita per tutti gli italiani. Sia resa gratuita e con servizi efficienti per le fasce di reddito inferiori e medio-inferiori. Gli altri contribuiscano in ragione del loro reddito. Ma devono anche essere combattute e liquidate le baronie e le clientele dei «pirati» della salute, che portano a sprechi enormi e alimentano insopportabili discriminazioni». Naturalmente le reazioni non si sono fatte attendere. Il vicepresidente della commissione sanità della regione, Stefano Mugnai, di Forza Italia, ha subito replicato dicendo: «La nostra proposta sull’accorpamento delle aziende sanitarie giace in commissione sotto forma di mozione dal 9 giugno 2012. Niente di meno. Ha visto la giunta regionale perdere tutta la legislatura a cincischiare su un piano sociosanitario ormai costretto, di bozza in bozza, a rincorrere la realtà anziché orientarla».