Tra il sogno e la realtà

di Remo Santini

Remo Santini

Remo Santini

Lucca, 23 novembre 2014 - Lasciateci almeno fantasticare,consentiteci che sia ancora possibile farsi delle illusioni. Forse è l’unica cosa che ci è rimasta, in un momento in cui le difficoltà che tutti viviamo, vanno oltre il limite della decenza: l’economia in crisi, la disoccupazione come piovesse, tassazione a livelli impossibili. Quindi, che non ci venga tolta la possibilità di immaginarci un futuro migliore, è fondamentale. Però attenti a non esagerare. Perché lo scatto in avanti deve riguardare, in particolare, le prime necessità. Quelle di cui, adesso, non possiamo fare a meno per vivere dignitosamente il quotidiano, pur programmando qualcosa di importante per gli anni a venire. Ecco perché ritengo che ultimamente si siano fatti alcuni errori.Il primo, se posso permettermi,è stato quello del sindaco Tambellini. Che a metà settimana, se ne è uscito con questa dichiarazione fuori contesto: "Il mio sogno è costruire un nuovo teatro per Puccini, nell’area del mercato di Pulìa . E per realizzarlo sarei disposto ad andare anche in ginocchio a chiedere i soldi necessari".

L’uscita non è di quelle felici. Nessuno disconosce che sia necessaria una struttura che possa accogliere fino a duemila persone, per uno sviluppo culturale della città. Ma sbandierare l’ipotesi adesso è sbagliato. Giova ricordare che il Giglio naviga nei debiti ed è in difficoltà a riempire platea e gallerie. E che proclamare impegni del genere, in un momento in cui il Comune sta tagliando di tutto e di più, appare come un autogol. Francamente in ginocchio per andare a chiedere contributi, si dovrebbe andare per le vere e proprie emergenze: dalle strade che fanno pena, ai servizi che lentamente stanno evaporando. Ma ci sono anche altre situazioni che si muovono tra il sogno e la realtà.

Prendiamo ad esempio la questione della promozione della città. La Camera di Commercio vorrebbe affidare al guru della comunicazione, Oliviero Toscani, una sorta di coordinamento per il lancio del brand Lucca. Mentre anche il giornalista Alan Friedman si è fatto avanti in questi giorni, proponendo qualcosa di simile nel corso di incontri con le autorità. Nessuno mette in dubbio le capacità di questi due signori. Ma prima di prendere una decisione e spendere soldi (perché di certo non lavoreranno gratis) bisogna che enti pubblici e associazioni si chiariscano le idee, attraverso una riunione in stile stati generali. Sennò si rischia di andare in ordine sparso e sparare colpi a salve.

Le manifestazioni di richiamo ci sono, semmai il problema è riuscire a spalmarle di più sul territorio: penso a Capannori, che ha assunto una propria identità e vuole (anzi deve) ritagliarsi uno spazio, magari con il reale decentramento di alcune importanti iniziative già esistenti (vedi Comics e Summer) mentre anche Valle del Serchio e Garfagnana cominciano a intuire, con il via ad un festival come Unplugged d’autore, che c’è spazio per nuove scommesse. Ci vuole tatto e strategia, in momenti delicati come questo. Prima di inginocchiarsi per realizzare un nuovo teatro, o fare il passo più lungo della gamba affidando un incarico, bisogna riflettere bene. Dal sogno alla realtà, c’è un abisso.

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