"Tagli grossolani alla sanità, ora l’assistenza non è più diritto"

Ottimizzazione dei servizi a favore del cittadino? "Quanto sta facendo l’Asl 2 sono solo tagli grossolani del personale"

Infermiere in servizio (foto d'archivio)

Infermiere in servizio (foto d'archivio)

Lucca, 22 maggio 2015 - Altro che ottimizzazione dei servizi a favore del cittadino: quanto sta facendo l’Asl 2 sono solo tagli grossolani del personale addetto all’assistenza, con riduzione o chiusura di alcuni servizi per la nostra comunità. A affermarlo con forza è Nursind, la confederazione generale unitaria Cgu-Cisal. «Tagliare è il termine esatto – si legge nella nota – e rispecchia una situazione di prolungata sofferenza che al suo culmine vede ledere il diritto alla salute sancito dalla Costituzione». Come esempio eclatante si cita la riorganizzazione della centrale operativa 118: una scelta molto pericolosa per Nursind. «Il personale che attualmente presta servizio presso la centrale operativa 118 di Lucca – spiega la nota – è personale altamente qualificato, ha frequentato continui corsi di formazione specifici, ha svolto più di 6 mesi di addestramento prima di essere autonomo e nonostante tutta questa formazione e professionalità, talvolta, si è trovato in difficoltà nell’individuare l’esatta ubicazione della provenienza della chiamata».

La regione ha invece deciso che la centrale operativa diverrà unica per le due province e previsto un irrisorio periodo di formazione (circa un mese) per il personale che andrà ad operare nella nuova sede. Lo scopo di Asl e Regione Toscana, per Nursind, è esclusivamente quello di tagliare i servizi alla collettività. Anche la proposta di attivare un nuovo punto di emergenza territoriale nella zona di Montecarlo-Altopascio, con l’utilizzo di mezzi (automedica) e personale già esistente e altamente formato, senza spesa ulteriore, non è stata ad oggi accolta dall’azienda.

Ma i tagli non si fermano alla centrale operativa 118 e coinvolgono i posti letto, come denunciato anche dal nostro giornale tempo addietro. «Ci risulta – continua la nota – che i posti letto non utilizzati siano oltre 70 e si prevede un’ulteriore riduzione degli stessi durante il periodo estivo in seguito a mancanza di personale. In questo ultimo anno, dall’apertura del nuovo ospedale, l’area multispecialistica medica ha visto aprire e chiudere i setting di degenza per più volte, aumentare e diminuire il numero dei letti all’interno di ogni setting, come è avvenuto anche per l’aria multispecialistica chirurgica; inoltre in terapia intensiva con un potenziale di 14 letti ne sono stati attivati solamente 12 per carenza di personale infermieristico e nel prossimo periodo estivo è prevista un ulteriore riduzione di ben due posti letto in un settore così delicato».

Anche il pronto soccorso con l’osservazione breve intensiva e il reparto di medicina d’urgenza sono nel mirino di Nursind. «Non sono stati utilizzati in base al loro potenziale; infatti risultano non attivati 6 posti letto su 20 in obi e 4 su 16 nel reparto di medicina d’urgenza e naturalmente la motivazione è sempre la stessa: mancanza di personale addetto all’assistenza». Stesse situazioni denunciate per la Valle del Serchio. Le carenze, per Nursind, sono croniche e le istituzioni non vedono o fanno finta di non vedere. A maggior ragione sotto elezioni.

Fabrizio Vincenti