"Silence", un lento e intenso viaggio alla ricerca di risposte

A cura di Andrea Madrigali di Project Movie su Facebook

"Silence" di Martin Scorsese

"Silence" di Martin Scorsese

Lucca, 17 gennaio 2017 - XVII Secolo. Padre Rodriguez e Padre Garupe sono due gesuiti portoghesi che decidono di partire alla volta del Giappone alla ricerca del loro maestro, Padre Ferreira, del quale si sono perse ufficialmente le tracce. Le sole notizie che provengono dal paese del Sol Levante sono sconcertanti: Padre Ferreira ha abiurato. I due giovani nel tentativo di scoprire la verità cercheranno di dare sostegno alla comunità cristiana martoriata dalle persecuzioni religiose. "Ho sempre desiderato farlo. Sono molto legato, sin da piccolo, al romanzo di Endo." Film molto particolare questo "Silence", un film che Scorsese ha sognato di realizzare per quasi 30 anni e già questo elemento dovrebbe aiutare a far capire la natura della pellicola. Dopo il discusso L'Ultima Tentazione Di Cristo (1988), e Kundun (1997), Scorsese è tornato al tema religioso adattando il romanzo storico "Silenzio" dello scrittore giapponese Shūsaku Endō.

Non è mai semplice parlare della fede, un elemento talmente soggettivo e complesso che si lascia vivere in maniera diversa da ognuno di noi (come si evince anche dai protagonisti del film) e di conseguenza, anche questo film può esser digerito nei modi più disparati: sicuramente dividerà, perché o lo si adora o lo si odia. La prova offerta da Andrew Garfield è monumentale, regalandoci un personaggio che difficilmente potremo dimenticare, animato da una complessità e una profondità d’animo tale da lasciare senza parole. Quello che il suo Padre Rodrigues decide di intraprendere è un cammino fatto di prove difficili da superare, probanti sia nel fisico che nello spirito, un cammino che intraprende volontariamente, sapendo di avventurarsi in un viaggio che potrebbe portarlo al martirio, aiutato da una fede incrollabile...la forza dell’amore verso Dio saprà reggere anche nelle avversità più profonde? I due "Padres" (come vengono chiamati i missionari dagli indigeni) ci mostrano cosa sia la fede ovvero un percorso, mai semplice, mai banale, che spesso richiede di dover affrontare prove difficili e affrontare scelte impensabili, un qualcosa da raggiungere passo dopo passo, in cui si dovrà saper riconoscere la differenza tra un atto guidato dall'egoismo personale e un vero atto di devozione.

Il duo Garfield-Driver, ci regala un duo di uomini religiosi molto diversi che si approcciano diversamente alle varie situazioni, dimostrandoci una volta di più come non esista un unico modo di vivere il proprio credo. Sono molti gli spunti che questo Silence sa regalare trascendendo la parabola personale dei nostri protagonisti: ci lascia sensazioni che si amalgamano perfettamente con l’essenza dei nostri giorni come lo scontro di civiltà, di religioni e di culture che è un qualcosa che era vivo nel 17° secolo come lo è ad oggi. E’ una costante della natura umana quella dello scontro con ciò che è diverso. Il regista non cerca di darci risposte ma ci offre piuttosto spunti di riflessione. Il confronto tra i padri gesuiti e i persecutori giapponesi è uno scontro ideologico di rara potenza, dove non ci sono buoni o cattivi ma persone che pensano fermamente di essere nel giusto: da un lato ci sono i servitori di Dio che cercano di servirlo nel modo che essi reputano più giusto diffondendo il suo Verbo, con la convinzione di portare conoscenze superiori rispetto a coloro che desiderano evangelizzare, dall'altro uomini che stanno proteggendo il proprio paese, le proprie radici e la propria cultura da un qualcosa di alieno e pericoloso per la propria gente e disposti a tutto, anche a ricorrere a metodi cruenti e subdoli pur di mantenere l’identità culturale che li accomuna. Tutti sono nel giusto, tutti sono nel torto.

Quello messo in scena non è un mero scontro tra le parti, bensì un vero e proprio confronto che fa riflettere su come sia impensabile rapportarsi con quello – o con chi – definiamo "diverso" se non ricorrendo all'umiltà di porsi sullo stesso livello, operazione questa quanto mai ardua perché il seme della auto-convinzione di essere nel giusto spesso germoglia, cresce e si fortifica inaffondabile in ognuno di noi. Non troverete risposte scontate imbellettate nel perbenismo, le risposte sono un qualcosa che dovrete trovare da soli, e non è così scontato raggiungerle. Silence potremmo definirlo un viaggio, un percorso che si caratterizza per i suoi ritmi molto lenti, come a prendere i suoi tempi per prepararci alla prova successiva che incontreremo assieme ai Padres, e per i suoi "silenzi", quelli che Padre Rodrigues attribuisce a Dio e del quale cerca disperatamente di sentire la voce... ma alle volte è proprio dal silenzio che si odono le risposte più forti e dense di significato. Voto 8 "Prega, ma prega con gli occhi aperti"