Miss Peregrine, un 'minestrone' che non riesce ad emozionare

A cura di Lorenzo Bonaccorsi per Project Movie su Facebook

Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali

Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali

Lucca, 2 gennaio 2016 - Tim Burton. Pronunciando questo nome cosa ci viene in mente? Innanzitutto torniamo bambini in un batter d'occhio, e poi vengono sicuramente alla memoria opere come Edward Mani di Forbice, Nightmare Before Christmas (regia di Henry Selick), Beetlejuice, La Fabbrica di Cioccolato, Big Fish, Sweeney Todd... tutti capolavori che ci portiamo nel cuore dove riconosciamo il suo inconfondibile stile fiabesco, cupo, freddo, ma allo stesso tempo tanto caldo e dolce da coccolarci l'anima e farci sognare nel tempo. Però si sa, le cose belle non durano in eterno, e negli ultimi anni... come dire... Tim Burton si è un po' perso. Lo abbiamo visto alle prese con lavori come Dark Shadows e il tanto criticato Big Eyes, e a questi ultimi io aggiungerei pure Miss Peregrine. Quello che vediamo è Burton stanco, un regista che si trascina dietro a forza il suo nome e la sua persona, un visionario che cerca di tenere testa ai tempi con la sua arte che ormai si sta scolorendo, risultando priva di idee, innovazione, e di quella tenaglia rovente che un tempo afferrava il cuore e non lo lasciava più.

Vedo un ragazzino che sta finendo la sua scorta di sogni e sta facendo di tutto per tenerli vivi e prosperi ma ahimè, con scarsi e insoddisfacenti risultati. L'ultima fatica è un gran bel minestrone, un guazzabuglio di elementi, idee, fantasie, fiabe, colori... senza forma, stracolmo di rimandi e citazioni per inserire a forza la sua impronta, per fare alcuni esempi: le sculture degli animali fatte negli alberi nel giardino della casa (Edward Mani di Forbice), le creature da combattimento costruite da Enoch (animate in stop-motion per omaggiare l'arte per eccellenza che contraddistingue il regista), il personaggio pietrificato che andrà a sgretolarsi sul pavimento invece è un chiaro riferimento al recente Dark Shadows. Piccole cose, come cliché che il regista si è sentito di mantenere a tutti i costi, per dire “vi ricordo che sono Tim Burton”. Ci possiamo vedere dentro anche un po di X-Men, perché no! Un'ipotetico Big Fish 2, una vaga e aleggiante atmosfera alla Harry Potter, ma per il resto vedo un fantasy/horror come un altro, lo dico a malincuore, un blockbuster da inserire nell'onda che si sta divulgando oggi sugli schermi.

Un altro accorgimento: il “Vacuo”, il mostro esiliforme presente nel film, è un chiaro riferimento alla figura di Slenderman, che gli amanti dell'horror ben conosceranno. C'è anche da dire, però, che Burton ha reso omaggio al grande Kubrick, riproponendo quasi sfacciatamente ma con simpatia, la scena clou di Shining (quando Nicholson distrugge la porta del bagno) ridisegnandola a piacere, con tanto di ascia, volto nello squarcio della porta, discorso, e mano che apre la maniglia dall'interno. Sicuramente un azzardato, forte e netto richiamo al film, ma decisamente apprezzabile. Miss Peregrine è un film che non emoziona, piatto e pieno di cose, troppe cose... con una trama, per un film del genere, troppo intrecciata e carica di dati, schemi, che con tremendo dispiacere teniamo a bada e ben collegati, anche se non con difficoltà. I poteri speciali dei bambini vengono mostrati con eleganza, stupore, qualcosa che il regista vorrebbe trasmettere come una grande rivelazione, meravigliosa e del tutto innovativa, ma risulta invece scialba, povera di carica elettrica e divertimento. La prima parte del film è lenta e monotona, non entusiasma. Un film di due ore di cui la prima poteva durare anche la metà, mentre nella seconda il film prende finalmente il via e si scatena in una serie di eventi che andranno a concludersi nel finale.

Ecco appunto, il finale possiamo anche dire che è sufficientemente godibile (per non esser troppo duri col caro vecchio Tim), perché finalmente troviamo un po' di azione e qualcosa di divertente, come senza dubbio la scena della piccola battaglia tra gli scheletri e i Vacui, un passaggio di forte impatto, veramente eccezionale dal punto di vista visivo, umoristico e stiloso, l'unica scena dove forse possiamo veramente e finalmente risentire l'odore del sangue che scorre nelle vene di Tim... anche se ci delizia di questo privilegio solo per pochi minuti. Che dire, ci sono film che dopo i primi istanti di visione ti fanno uscire una calda voce dal petto urlando: “questo è un film di Tim Burton!”. In questo caso esce un suono timido, freddo e secco che graffia la gola e dice: “questo è un film di Tim Burton?” Sono mortificato, ma a parer mio siamo agli sgoccioli, alla fine dell'era di un mito che può salvare la sua carriera solo facendo una pausa riflessiva, magari aspettare qualche anno in più, e portare di nuovo un grande film sugli schermi, pensato, studiato, curato con devozione, ma soprattutto....amato. Voto 5- [.L.]