Sla, i familiari: "Assistenza su misura"

A denunciarlo Arianna ed Enrico Cesari, che con la mamma si prendono cura del padre Ernesto, 72enne ristoratore lucchese, ammalatosi nel 2009 / IL VIDEO

Sla

Sla

Lucca, 20 settembre 2014 - Eccessiva burocrazia e ausili sanitari che arrivano quando ormai è troppo tardi. E’ il destino di molti malati non autosufficienti, in particolare di quelli affetti da Sla. Una malattia lenta nel paralizzare la persona ma che è più veloce della risposta del Sistema Sanitario. A denunciarlo Arianna ed Enrico Cesari, che con la mamma si prendono cura del padre Ernesto, 72enne ristoratore lucchese, ammalatosi nel 2009. Per loro la soluzione è stato il fai da te. Un grande scoglio per il malato di Sla è il ricovero in ospedale, che è necessario in alcuni casi. I familiari, pero’, salvo urgenze, chiedono di ripensare il sistema: meno giorni di degenza e maggiore impegno per favorire cure domiciliari con l’affiancamento di personale specializzato. ​Ridefinire i protocolli sanitari potrebbe concedere tempo prezioso alle famiglie dei 6mila pazienti di Sla in Italia. Perché, mentre la ricerca scientifica prosegue su vari fronti, al momento l’evoluzione della malattia è inesorabile.