Impianto di Salanetti, coro di 'no' dai comitati della Piana

Compatti i cittadini che chiedono di rivedere la localizzazione del progetto

Il rendering dell'impianto di Salanetti

Il rendering dell'impianto di Salanetti

Lucca, 11 novembre 2015 - No all'impianto di carbonizzazione idrotermale di Salanetti. È il grido dei comitati di cittadini, quello dello località al confine con il territorio di Porcari ha già raccolto 1.500 firme. «È possibile che da un quarto di secolo tutte le amministrazioni comunali di vario colore che si sono succedute non siano mai state in grado di reperire un sito alternativo a Salanetti? Ogni volta che vi sono nuove attività, si mettono dove abitiamo – si legge nella nota del comitato –. Dopo aver discusso per anni su varie localizzazioni del compostaggio, adesso pure questo nuovo progetto, tra l’altro non ancora testato. Perché il sindaco Menesini non si oppone? Siamo in una zona già satura sotto il profilo dell’insediamento di industrie e di produzione conseguente di scarti e rifiuti. E il Comune di Porcari che ne pensa, visto che siamo sul confine?»

«Certi atteggiamenti – proseguono i firmatari della petizione – sono portati in totale disprezzo dei residenti, costretti da 25 anni a chiamare quasi ogni giorno i vigili del fuoco oppure l’Arpat per cercare di vivere in condizioni dignitose e non ci riusciamo perché in tutti i periodi dell’anno c’è sempre qualcosa che ci penalizza in quella che qualcuno definisce la qualità della vita. Gli amministratori dovrebbero venire ad abitare da noi una settimana, con il rumore continuo, gli odori, le emissioni. Quest’ultima struttura di cui si parla, chiamiamola come volete, verrebbe ad inserirsi vicino alle abitazioni, con quale impatto? Si fa l’esempio di un processo omologo in Spagna, a Valencia. Ma in quel caso si parla di bucce di arancia. Infine una domanda: è un progetto gestito da privati, quali vantaggi comporterebbe per la comunità?».

Sulla stessa lunghezza d’onda il comitato di Zone, associazione di volontariato sociale che sull’argomento ha indirizzato una lettera a Menesini, sia in veste di sindaco che di presidente della Provincia, e ai presidenti di consiglio comunale e provinciale di Lucca. «La realizzazione di tale impianto aumenterebbe di molto la criticità del sito dove sono già presenti attività che trattano rifiuti. L’area inoltre è soggetta ad andare periodicamente sott’acqua. La nostra contrarietà all’incenerimento si concretizzò a suo tempo in una lotta che produsse i suoi frutti positivi quando era prevista la costruzione dell’inceneritore. Da quanto abbiamo appreso l’impianto in oggetto, che dovrebbe trattare 60.000 tonnellate l’anno di materiale, risulta essere il primo in assoluto, e quindi non ne sono conosciute le ricadute sull’ambiente e sulle persone. Non ci piace fare da cavie. Sempre da quanto abbiamo appreso, non risolverebbe il problema del riciclaggio della frazione organica prodotta dai cittadini di Capannori. Noi ci adoperiamo per una raccolta differenziata spinta e siamo ben convinti della validità di ‘Rifiuti zero’, ma la struttura in oggetto verrebbe a stridere fortemente con gli obiettivi che si sono posti i cittadini e l’amministrazione di Capannori».

Ad aggiungersi alla protesta anche il comitato Torretta Ambiente di Porcari, che si allinea ai residenti di Salanetti e ai cittadini di Zone e ribadisce un deciso ‘no’ all’impianto. «Visto che si parla di tutela dell’ecosistema, considerando che vi sono stati sinora 28 sforamenti per l’inquinamento da polveri sottili, vogliamo appesantire ulteriormente l’area di Salanetti dove già convergono molte attività produttive? Il nostro dissenso è evidente e confidiamo che le istituzioni si schierino sul no. La zona è confinante con il territorio di Porcari. Quindi anche il nostro municipio dovrà esprimersi. La struttura è privata, non è nell’Ato, che rifiuti tratterebbero? Attendiamo le risultanze della Regione e gli studi approfonditi per capire a fondo la questione. Nel frattempo possiamo anche suggerire una localizzazione alternativa. Visto che, secondo qualcuno, da quell’impianto usciranno petali di rosa e fragranze profumate, suggeriamo un bel terreno a San Lorenzo a Vaccoli, una parte della città non ancora satura».

Massimo Stefanini