‘S.Luca’: odissea infinita per un letto. E in reparto zanzare e rumori no stop

Ha 75 anni e un grave problema al cuore, ma «l’iter» è questo

Romano Ricci ha "conquistato" il letto dopo 20 ore

Romano Ricci ha "conquistato" il letto dopo 20 ore

Lucca, 23 giugno 2016 - Un infarto in corso, e lui, 75 anni compiuti, al San Luca in attesa di un letto per quasi 20 ore. Romano Ricci ha avuto bisogno delle cure dell’ospedale solo due volte nella vita, una quando si fratturò un arto lavorando con il legno, la sua grande passione. Stavolta, con un problema al cuore in corso, non si aspettava il tappeto rosso. Ma il suo sguardo interrogativo da quel letto d’ospedale finalmente conquistato, dice tutto. «SI è sentito poco bene mentre, al solito, trafficava con la legna – racconta la figlia Manuela –. Non voleva nemmeno venire, invece per fortuna l’abbiamo convinto. Lo hanno messo in un lettino al pronto soccorso, erano le 19. Intorno un viavai di pazienti, anche una povera signora novantenne piena di ematomi. Tutti lì, insieme, in attesa di un letto nel reparto assegnato. Per ore. Il personale si faceva in quattro, sono di una disponibilità e una professionalità eccezionale. Li vorrei ringraziare ad uno ad uno, tutti. Ma anche per loro le condizioni di lavoro non sono possibili, qualcuno faccia qualcosa».

Alle 14 del giorno successivo finalmente la chiamata ’fortunata’: un letto si era liberato, il signor Ricci, poteva finalmente cambiarsi gli abiti e accomodarsi nel reparto di medicina d’urgenza, al primo piano, percorso blu. Un traguardo mica per tutti, e soprattutto mica immediato. «Anche la privacy non esiste – dichiara un altro paziente ricoverato –, al pronto soccorso non hanno spazi, ti mettono nel corridoio oppure nelle stanze separate da qualche tendina. E lì ci stai anche per un giorno o due. Questa è la nostra sanità». A far compagnia, non c’è da dubitarlo, ci sono comunque sempre le zanzare, in quantità. Non danno tregua, nè ai degenti e nemmeno al personale. Prova ne sono i loro resti sui muri, ma anche gli esemplari vivi e vegeti che popolano le pareti. DA

Dove entrano nessuno lo sa. Visto che le finestre sono sigillate, probabilmente dall’impianto di areazione. Tra le pecche anche la rumorosità dell’impianto di condizionamento dell’aria: «La notte sembra di avere accanto al letto il Serchio in piena – ci scherza su un signore ricoverato –. Quando finalmente riesci a farci l’abitudine e a dormire, è il momento che ti dimettono. Ma non ci lamentiamo anche di questo: tornare a casa è bellissimo».