I familiari degli anziani ricoverati vogliono annullare la gara d'appalto

Caso Rsa, petizione con 130 firme consegnata al Comune

Una casa di riposo (foto di repertorio)

Una casa di riposo (foto di repertorio)

Lucca, 9 febbraio 2016 - Una petizione, firmata da 130 familiari di anziani che vivono nelle Rsa comunali, chiede, in via di autotutela l’annullamento della gara di appalto che è in corso. Tra i firmatari ci sono anche sostenitori del servizio e alcuni dipendenti della cooperativa che attualmente sta svolgendo l’attività. «Viste le decisioni assunte dalla amministrazione comunale circa la modifica delle modalità di gestione delle strutture “Centro anziani” e “Pia Casa” e l’indizione della gara di appalto per la concessione della gestione globale dei servizi e delle infrastrutture, noi familiari degli ospiti e rappresentanti delle associazioni di volontariato e di tutela e promozione dei diritti, affiancandosi ai lavoratori, esprimiamo seria preoccupazione per le scelte operate, attraverso cui, non solo si vuole affidare un intero servizio a un soggetto privato, ma addirittura si cedono le competenze sociali, proprie del Comune».

«L’alternativa deliberata dal Comune – aggiungono i familiari degli anziani – non garantirà il mantenimento degli attuali livelli assistenziali, considerati un riferimento di qualità ed eccellenza e che hanno consentito la realizzazione di una comunità viva e perfettamente integrata, che si basa sul riconoscimento condiviso della dignità delle persone che vivono la struttura: ospiti, familiari, operatori e volontari, promovendo lo sviluppo di relazioni sociali, amicali, parentali e di “caregiver” che superano i confini di un mero servizio assistenziale. Con le scelte operate dal Comune di Lucca, che nei due incontri con i familiari si è mostrato sordo a ogni pur ragionevole richiesta ed indisponibile, si rischia di trasformare la comunità assistenziale in “ospizio”, inteso come luogo di mera sopravvivenza e attesa del fine della vita, cancellando le conquiste, i progressi, gli sforzi e gli investimenti effettuati negli ultimi 20 anni nel campo della tutela e della difesa dei soggetti più deboli della nostra società».

La petizione esprime solidarietà e pieno supporto al personale impiegato nelle strutture «che riveste un ruolo fondamentale per lo stato di benessere degli ospiti e contribuisce in maniera primaria alla costruzione e al mantenimento della comunità. Per questi motivi abbiamo presentato una serie di richieste». In particolare si tratta della garanzia circa il mantenimento degli attuali livelli di servizio in tutti gli ambiti di intervento, e garanzia, nonché potenziamento della fisioterapia e dell’assistenza di base; della difesa dei diritti della salute e della dignità degli ospiti; della difesa dei livelli occupazionali e della dignità dei lavoratori; del mantenimento del servizio di assistenza infermieristica sulle 24 ore per tutti i giorni dell’anno; del mantenimento della presenza di un referente comunale in struttura per lo svolgimento delle attività di vigilanza e controllo dei servizi erogati; dell’impegno a ricercare nuovi fondi di finanziamento finalizzati al miglioramento dei servizi.

Chiesta anche l’apertura di un tavolo di concertazione tra tutte le parti interessate: ospiti, familiari, lavoratori, associazioni di categoria, associazioni di volontariato, associazioni per la tutela e promozione dei diritti con funzione di informazione e consultazione circa le scelte da effettuare; il mantenimento del personale presente in struttura, al fine garantire la salvaguardia delle relazioni sociali di «caregiver»; il mantenimento e la difesa dei corretti rapporti con le associazioni di volontariato che operano in struttura, al fine garantire la salvaguardia delle relazioni sociali e amicali e l’esplicitazione degli indicatori di qualità per il monitoraggio delle prestazioni fornite e la frequenza dello stesso nonché il coinvolgimento della rappresentanza dei familiari.