Mercoledì 24 Aprile 2024

Recensioni in 5 minuti: "La teoria del tutto"

Eddie Redmayne è un pazzesco Stephen Hawking nel film più atteso di inizio anno di Marco Andreini

Un frame del film al cinema

Un frame del film al cinema

Lucca, 17 gennaio 2015 - "LA TEORIA DEL TUTTO" di James Marsh (2015)

 
A volte ci sono film che fanno parlare di sé prima ancora di essere usciti, La Teoria Del Tutto è proprio uno di questi. Escludendo un tv-movie americano del 2004, questo è senza dubbio il primo tentativo di portare sul grande schermo la biografia, la vita, del celebre astrofisico di fama mondiale Stephen Hawking. La produzione è riuscita a convincere la ex moglie, Jane Hawking, a concedere i diritti per l'adattamento del suo libro 'Travelling to Infinity: My Life With Stephen', in cui racconta la vita trascorsa accanto a una delle menti più brillanti di sempre. Come senz'altro saprete Stephen è affetto dalla 'malattia del motoneurone', spesso accostata alla SLA o 'malattia di Lou Gehrig' (dal nome del giocatore di Baseball che ne era affetto), una forma di atrofia muscolare progressiva che fin da giovane lo ha condannato a una sempre più precaria mobilità spingendolo verso la odierna paralisi. La sua vita è una storia unica e straordinaria. Una mente geniale che non si è piegata alla diagnosi e alla notizia dei restanti due anni di vita, non ha rinunciato a quello che aveva dentro e non ha permesso che una malattia del corpo gli portasse via anche la sua mente, la sua coscienza, la sua voglia di vivere. Nel corso degli studi e ricerche è passato da un conseguimento all'altro ed è diventato uno dei massimi esperti di 'buchi neri' e 'gravità quantistica', fino allo sviluppo del 'modello cosmologico senza confini'. Un faro per la scienza nell'infinito mare dell'universo, un esempio di vita che mai si è arreso di fronte ad una delle più terribili malattie. Questo è Stephen Hawking.
 
Il film ha riscosso un grande successo sin dalle prime proiezioni. Un giovane cast con un enorme peso sulle spalle ma che ha risposto alla grande, perché quello che senza dubbio e più di tutto il resto strappa applausi è l'interpretazione di Eddie Redmayne (Marilyn, Les Misérables), una parola: PAZZESCO. Un ruolo difficilissimo messo in scena con una bravura fuori dal comune. Senza dubbio una delle migliori interpretazioni dell'anno. Ad essere onesti però, e a malincuore devo dirlo, il film in sé non va purtroppo di pari passo con la bravura dei protagonisti: l'inizio è frettoloso, la conoscenza di Jane è davvero troppo rapida per giustificare un legame che unirà i due per la vita. Scelta non condivisibile poi è che tutto, forse troppo, ruota attorno alla malattia e alla profonda, reale sofferenza che questa comporta. Si è forse intrapresa la via del melodramma quando sappiamo benissimo che per fare un grande film non si deve solo far piangere e commuovere. Sarebbe potuto essere indimenticabile se fosse stata presa un'altra direzione. Il paragone con A Beautiful Mind di Ron Howard è proprio per questo inevitabile. La Teoria Del Tutto vi coinvolgerà emotivamente, metterà in crisi la vostra capacità di resistere al pianto e le vostre riserve di fazzoletti ma vi farà anche riflettere molto sull'importanza di non darsi mai per vinti. Tra le migliori sorprese di quest'anno.
 
Voto 7,5