Recensioni in 5 minuti: "Chappie - Humandroid"

di Marco Andreini

Chappie al cinema

Chappie al cinema

Lucca, 21 aprile 2015 - "CHAPPIE - HUMANDROID" di Neil Blomkamp

Non tutti lo sanno ma Chappie è il film che il talentuoso e giovane (solo 35 anni) regista di fantascienza Neil Blomkamp ha sempre voluto fare: proprio come il suo primo lungometraggio di grande successo District 9, tratto da un suo corto e prodotto niente di meno che da Peter Jackson, e passando per il più Hollywoodiano Elysium, Chappie nasce anch'esso da un corto di due minuti risalente addirittura al 2004 e intitolato Tetra Vaal. Grazie alla sua affermazione e al consenso ottenuto in questi ultimi anni, il Blomkamp più 'maturo' di oggi è quindi finalmente riuscito a portare su grande schermo una sua idea originale che già aveva in mente più di dieci anni fa. Detto questo, com'è andata? Scopriamolo. La premessa iniziale ricorda molto quella del Robocop del 2014: la Tetra Vaal (NB nome ripreso dal corto), una società che produce armamenti militari, è al culmine del suo successo dopo aver fornito alla polizia locale dei robot umanoidi che hanno letteralmente ripulito le strade di Johannesburg abbassando il tasso di criminalità. Il creatore Deon però ha già in mente un altro straordinario progetto: una IA senziente. Non avendo il permesso di realizzarlo, decide di farlo di nascosto ma proprio mentre torna a casa viene rapito da una banda di sgangherati criminali in cerca del grande colpo. nel tentativo di trovare un pacifico compromesso con i rapitori, Deon inserisce il suo nuovo chip in un robot della polizia: è la nascita di Chappie, il primo robot capace di pensare e provare sentimenti autonomamente. Nonostante la sequenza di apertura ci getti subito nella mischia accompagnati da musiche adrenaliniche, piano piano si nota l'evidente cambio di registro rispetto all'ultimo, senza dubbio più frenetico, Elysium, in nome di un cinema più 'concettuale' e meno rivolto all'azione. C'è inoltre un ritorno alle origini: come accadeva in District 9 sono i poveri e malandati sobborghi di Johannesburg a fare da sfondo, quasi un 'marchio di fabbrica' del regista così come il suo continuo contrasto con l'alta tecnologia e gli armamenti. Film che scorre bene senza mai annoiare e che regala anche alcune scene a rallentatore che tutti i fans ameranno.

Purtroppo non posso dire lo stesso della trama, gestita a parer mio malissimo: l'ultima mezzora è caotica e molto forzata, quasi come se si dovesse accelerare il ritmo per forza e ne risulta un 'pastrocchio' che non ho apprezzato; oltre a Chappie, poi, diventano veri protagonisti anche i rapitori, dei punk che vivono alla giornata e che non hanno un verso, deluso anche da questa scelta. E deluso anche dal cast a dirla tutta: un Hugh Jackman sprecatissimo in un ruolo 'necessario' a dir poco, una Sigourney Weaver marginalissima e presente solo in un paio di scene e un Dev Patel (The Millionaire) prezioso inizialmente e poi va scemando. Come già detto, troppo spazio ai personaggi se non 'sbagliati' direi piuttosto 'peggiori' e credo che la colpa più grossa sia proprio nella malagestione della trama, poteva inventarsi sicuramente di meglio. Nel vedere poi un supercomputer composto da 8 PlayStation 4 collegate in serie non sapevo se ridere o piangere (e ho una Ps4)! Tirando le somme Chappie, paragonato ai due film precedenti dello stesso regista, da fan, mi ha deluso: tante buone idee buttate al vento da scelte di trama alquanto discutibili e troppa carne al fuoco sul finale. Un film che se fosse uscito qualche anno fa, date le tematiche (IA) ormai ricorrenti nella fantascienza odierna, avrebbe riscosso più successo per la prospettiva diversa dal solito che offre. Ad essere onesti però devo dargli atto e merito per due cose: 1) La sequenza finale, il colpo di scena, nonostante possa piacere e non piacere, è un'idea folle ma molto coraggiosa; 2) Chappie è uno SPETTACOLO, un robot 'bambino' che apprende, cresce e viene influenzato, nel bene e nel male, dalle persone che ha intorno mostrandoci la dura realtà dei fatti, ovvero quanto può essere crudele l'uomo. Una figura davvero toccante, realizzata con grande maestria e umanità, che a tratti ricorda molto il dolcissimo Wall-E della Pixar. Chappie vi coinvolgerà emotivamente e la sua avventura vi farà riflettere sul modo di vedere umani e robot.

Voto 6 / 6,5