Pronto soccorso, rischio collasso. E il prefetto convoca un vertice

Faccia a faccia con i sindacati e l'Asl dopo lo stato di agitazione

Pronto soccorso

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Lucca, 22 maggio 2016 - Pronto Soccorso, così non si può andare avanti: serve una svolta. La situazione è talmente preoccupante, dopo i numerosi casi di disfunzioni e le proteste dei sindacati per le condizioni in cui stanno lavorando gli operatori sanitari, che, sollecitata dalla rappresentanze sindacali, lo stesso prefetto Giovanna Cagliostro ha deciso di intervenire. Nella mattinata di venerdì prossimo infatti , Cagliostro ha convocato in Prefettura sia i rappresentanti dell’ex azienda Asl 2 che quelli dei lavoratori, per capire cosa possa essere concretamente fatto per ristabilire maggiori garanzie per i pazienti e per chi lavora nel Pronto Soccorso del nuovo ospedale di San Luca, al centro di polemiche ininterrotte sin prima della sua stessa apertura. Con la proclamazione dello stato di agitazione dei dipendenti del Pronto Soccorso, dopo un’assemblea tenutasi nei giorni scorsi proprio all’interno dell’ospedale, la situazione è ulteriormente precipitata .

Secondo i sindacati lavorare nella struttura è ormai diventato difficile sia se si guardano ai numeri degli organici sia se si parla di organizzazione. La qualità dell’assistenza, per i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Nursind, Anao e per la Rsu aziendale non può più essere garantita. Una affermazione del resto corroborata dalle numerose, quasi quotidiane, proteste dei cittadini che entrano in contatto con la struttura. E che non sono pochi. Secondo le stesse sigle sindacali, ogni giorno accedono per le cure circa 160 persone di media, ma con punte che toccano anche le 200 presenze. Questo flusso di persone deve essere gestito da cinque medici e nove infermieri, la sera, dopo le 20, va anche peggio: sono solo due i medici in servizio e cinque gli infermieri.

Personale dunque dimezzato e proprio nelle ore di punta, quando le richieste si fanno ancor più consistenti. Numeri che parlano da soli. E inevitabili le lunghe attese, come risulta anche dai dati pubblicati dal nostro quotidiano che evidenziano tempi di risposta ben superiori al massimo previsto dalla stessa Regione Toscana. In alcuni casi alcuni pazienti rimangono in attesa di un posto anche sino al giorno dopo. Nel caso che il tentativo di conciliazione della Prefettura non porti risultati concreti, c’è il concreto rischio che le organizzazioni sindacali, dopo l’agitazione, passino ad altre e più incisive forme di lotta, ovvero a uno sciopero, come pure a rivolgersi a un giudice del lavoro per l’utilizzo improprio dell’istituto della pronta disponibilità.