Il giudice dà ragione ai precari, sì agli scatti di anzianità

Il giudice del lavoro accoglie undici ricorsi sostenuti dai Cobas Scuola

Una manifestazione dei Cobas della scuola

Una manifestazione dei Cobas della scuola

Lucca, 14 febbraio 2016 - Gli scatti di anzianità sono un diritto anche per i docenti precari. A decretarlo è la sentenza del giudice del lavoro di Lucca che ha accolto il ricorso di 11 docenti precari patrocinato dall’avvocato Marco Guercio dei Cobas scuola, sancendo il diritto al riconoscimento degli effetti giuridici e degli scatti di anzianità maturati dal 23 dicembre 2005. I ricorrenti potranno percepire gli arretrati calcolati sulla base delle differenze retributive spettanti più gli interessi legali e l’eventuale maggiore importo dovuto alla rivalutazione monetaria.    In particolare, la dottoressa Susanna Messina ha evidenziato come il "Ddcreto 297 /94, che esclude il personale non di ruolo dall’attribuzione degli scatti di anzianità, violi il principio di parità di trattamento tra lavoratori a tempo determinato e a tempo indeterminato previsto dall’accordo quadro allegato alla direttiva europea 1999/70, non ravvisando la presenza di “elementi precisi e concreti” che giustifichino in modo oggettivo tale disparità di trattamento".

In linea con il principio della gerarchia delle fonti del diritto, il giudice ha disapplicato la fonte nazionale e applicato la fonte europea. "Va rilevato come ancora una volta sia stato necessario adire la giustizia ordinaria perché fosse riconosciuto un diritto palesemente violato dalla legislazione nazionale – è il commento del sindacato Cobas – : lo Stato fa cassa sulla pelle dei precari risparmiando non solo perché non paga loro lo stipendio estivo, ma anche perché li paga sempre con lo stipendio iniziale anche dopo decenni di servizio. In questo modo si comporta peggio anche del padronato privato che, quando ricorre al lavoro precario regolare, deve comunque rispettare i contratti collettivi nazionali di lavoro. Purtroppo, come è noto, le sentenze valgono solo per i ricorrenti fino a quando lo Stato mantiene in vigore l’assurda discriminazione prevista dal Decreto legislativo 297 /94, che tra altro viola in modo palese anche il principio di uguaglianza previsto dall’articolo 3 della Costituzione".   "Per cui – è l’amara conclusione di Giuliano Bonuccelli dell’esecutivo provinciale Cobas scuola - i precari continueranno a subire tale ingiustizia dalla “Repubblica democratica fondata sul lavoro”,ma i Cobas hanno organizzato altri ricorsi per porre un argine alla discriminazione e invitano i precari docenti e Ata a mobilitarsi per ottenere per via legislativa il riconoscimento dei loro diritti".