Dipingerai il cielo

Il commento del caposervizio de La Nazione di Lucca

Remo Santini

Remo Santini

Lucca, 30 luglio 2016 - "Bisogna avere il rispetto di ciò che abbiamo fatto in epoche o decenni precedenti, ma anche la felicità delle cose che si fanno oggi, anziché diventare decrepiti prima del tempo". E’ una delle tante e argute frasi che Antonio Possenti mi aveva riferito nelle molte interviste che ho avuto l’onore di fargli in questi anni. Fra tante, ho scelto questa perché incarna bene lo spirito rivoluzionario che animava il Maestro, nonché la sua mentalità aperta a tutto ciò che era innovazione. Altro che tradizionalista: era il suo tratto di pittura ad essere diventato lo stile per eccellenza, ma in esso era sempre contenuto il sogno e la voglia di raggiungere traguardi ambiziosi e tutt’altro che convenzionali.

«Mi sento l’esploratore di un’area - aveva aggiunto -. che a detta degli osservatori esterni esprime un po’ la lucchesità, cioè un mondo parallelo al nostro, dove si disegnano le cose da cui si trae ispirazione nella nostra città». Dalla sua finestra sul mondo (quella magica piazza Anfiteatro che ha visto trasformarsi e dove la porta del suo studio era sempre aperta a chiunque volesse andare a trovarlo) agli amici chiedeva di essere informato su tutto: domandava, scrutava e non rinunciava a ironiche battute. Chiedendosi soprattutto come mai Lucca non volesse andare oltre, cercando di scommettere con piglio e originalità sul proprio futuro. «E’ meglio sbagliare che non fare», diceva con arguzia e quella luce negli occhi che ti faceva subito capire di essere davanti ad un grande uomo.

Possenti lascia un testamento di enorme importanza, che ha portato una diversità di visione dell’immaginazione e della fantasia, pur sempre riferita ad elementi riconoscibili di Lucca. Permettendo alla città di essere conosciuta a livello internazionale, e questo è l’altro atto di generosità, attraverso i suoi quadri. Di solito, di fronte alla morte di personaggi famosi, si usano frasi smielate perché va di moda. Stavolta invece è indispensabile: non è retorico pensare che, sollevando gli occhi verso l’alto, a volte ci capiterà di scorgere d’ora in poi dei colori diversi. Perchè il Maestro, ne sono certo, continuerà ancora a dipingere: non più su una tela, ma nel cielo.