"Basta vittimismo, non è lesa maestà criticare sindaco e assessori"

I segretari Pd attaccano l'atteggiamento dell'amministrazione

Andreuccetti e Bambini

Andreuccetti e Bambini

Lucca, 20 aprile 2016 - Dopo qualche giorno di relativa tranquillità, tornano agitate le acque tra il Pd e l’amministrazione Tambellini. Prima il botta e risposta a distanza tra il sindaco e il senatore Andrea Marcucci sulla necessità di fare le primarie per la scelta del candidato nel 2017, poi i dubbi di una parte dei democratici sia sull’operazione di vendita della Gesam che sui contenuti del piano strutturale. Ora, a mettere nuovamente i punti sulle i, è una nota congiunta del segretario territoriale del partito, Patrizio Andreuccetti e del segretario comunale, Francesco Bambini. Secondo cui criticare l’esecutivo di centrosinistra non è lesa maestà, così come gli assessori non devono sentirsi dei martiri solo perchè le critiche arrivano dal principale pezzo politico dello schieramento.

«Il Pd ha sempre messo al primo posto l’interesse dei cittadini - attaccano i due -. Ci sono principi di fondo che ci caratterizzano, che ci fanno agire per democrazia, libertà e giustizia sociale. Siamo un partito frutto di tradizioni che ogni giorno di più danno vita ad un soggetto nuovo e pluralista, che discute, si confronta e dove le diverse sensibilità hanno sempre trovato spazio. Ognuno di noi ha fatto le proprie battaglie quando era in minoranza e continua a farle oggi che si riconosce nella maggioranza che governa il partito». SIA Andreuccetti che Bambini sottolineano come durante ogni percorso, che fosse quello del Pd o quello di chi la pensava diversamente, non hanno mai accettato «che qualcuno si atteggiasse a martire o che una parola detta in libertà, sempre per il bene comune di cui sopra, potesse essere interpretata come lesa maestà».

«Per questo non capiamo la levata di scudi, protesa al vittimismo, che alcuni esponenti Pd stanno ergendo a difesa dell’amministrazione lucchese - prosegue la nota congiunta dei segretari del partito -. Non vi è niente da difendere, niente per cui ergersi a vittima, c’è solo una sana dialettica interna nel merito delle cose, normale, giusta e sacrosanta se, come sta accadendo, avviene su progetti e programmi che interessano il vivo dei cittadini, nella quale anche alcune critiche sono mosse con l’intento di contribuire a fare meglio ed a portare avanti alcuni progetti di vitale importanza per il territorio. Ne è un esempio il dibattito sul casello di Mugnano».

Ed ecco che Bambini e Andreuccetti entrano riaffrontano di nuovo la questione. «Noi non entriamo qua nel merito del piano strutturale, sul quale ci sembra legittimo si stia sviluppando un confronto vista la rilevanza strategica di questo atto - sottolineano - crediamo però che non sia il caso d’inserirvi un’opera che anche solo in termini ipotetici, se realizzata, costringerebbe a modificare gli assi viari concepiti nella loro interezza. Ipotesi che, in quanto eventuale modifica al tracciato, non è stata considerata nell’ultima direzione territoriale che ha trattato il tema. Noi crediamo che le parole di merito siano sempre utili a migliorare le cose, a modificare i percorsi, ad ammettere, ogni tanto, che si è sbagliato. Altrimenti c’è il rischio di finire nel vicolo cieco della politica autoreferenziale che pensa di avere sempre ragione, quella presunta superiorità etica e morale che la sinistra ha spesso assegnato a sé stessa e che è stata all’origine di sconfitte elettorali».

Poi la conclusione: «In democrazia, dove conta il consenso, non sono mai i cittadini a non aver capito, bensì è la politica che quando perde non si è spiegata bene. Su questo punto siamo sicuri di trovare il consenso di tutto il Pd, crediamo che nessuno, a nessun livello, vorrebbe ripetere atteggiamenti perdenti. In conclusione, non sono tanto le diversità di opinione nel merito a creare le sconfitte, quanto chi non cambia mai rotta perché crede di essere sempre nel giusto». Lo scontro tra il Pd e l’amministrazione Tambellini, dunque, continua.